Le Camere dello Scirocco

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Le Camere dello Scirocco

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Pubblicato in Cultura e Società · 10 Febbraio 2023
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Le Camere dello Scirocco

L’uomo ha da sempre cercato riparo dalle forze della natura, ad esempio le camere dello scirocco, quello che non può governare ma ciò a cui vuole sottrarsi.
Le Camere dello Scirocco nascono in Sicilia verso il 1700, grazie all’ingegno della nobiltà siciliana che trascorreva le estati in quelle che erano le case di villeggiatura. In esse, non poteva mancare una stanza, in grado di mantenersi fresca quando era presente lo scirocco, un vento caldo proveniente da sud-est.
Queste Camere dello Scirocco venivano ricavate ritagliando la roccia calcarenitica del suolo e creando al suo interno dei veri e propri rivoli d’acqua grazie ai qanat, acquedotti sotterranei. Una sofisticata tecnologia idrica nata in oriente, che ben presto si diffuse in tutto il Mediterraneo.
A rendere ancora più belle queste stanze, piccole cascatelle d’acqua, fontane, rivoli d’acqua che permettevano lo scorrimento continuo delle acque. Contribuivano alla decorazione piastrelle posizionate lungo i muri, di ispirazione araba, piante e rampicanti. Consideriamola una spa ante litteram, progettata su misura, dove era bello attendere che calasse il vento immersi nella frescura, resa possibile dall’ingresso dell’aria, che avveniva attraverso un’apertura posizionata sul soffitto.

Attualmente, esempi di Camere dello Scirocco storiche li possiamo trovare trovare in Sicilia, a Palermo come ad esempio la Camera dello Scirocco di fondo Miciulla risalente al 1500 o la Camera dello scirocco di Villa Naselli.
Con Terradamare, sarà possibile visitare la Camera dello Scirocco di Villa Naselli di Gela, un complesso di ambienti ipogei che si sviluppa sotto il giardino della casa cinquecentesca.
La villa si trova poco distante dal centro storico di Palermo, nella vecchia borgata contadina di Villagrazia.
Il complesso della villa, di origine molto antica, appartenne agli Alliata di Villafranca (dal XV sec.) per poi pervenire nel Settecento ai conti Naselli dei duchi di Gela, che ne sono ancora proprietari.
Attraversato il portale seicentesco la struttura fortificata del baglio riporta in uno spazio senza tempo, un’amena casa di campagna con l’abitazione padronale, la torre, le vecchie stalle e magazzini, la cappella. L’ambiente circostante è fortunosamente rimasto intatto e la villa è ancora circondata dal suo agrumeto.
La camera dello scirocco di Villa Savagnone, detta anche di fondo Micciulla, originaria della seconda metà del ‘700, è l’unico modello “a cielo aperto” presente a Palermo. La sua forma circolare, la presenza del qanat dell’Uscibene, tra i maggiori acquedotti presenti nel capoluogo palermitano, e la presenza di una piccola cascata al suo interno, la rendono oggi un bene storico. Deve la sua fama e il suo nome ai Savagnone, esponenti della nobiltà siciliana che trascorrevano in questa villa le loro vacanze.
La Grotta dei Beati Paoli al Capo con ingresso nel vicolo degli Orfani, resa famosa dal Villabianca come luogo in cui si riunivano “al fresco” i fantomatici uomini d’onore, riscoperta di recente e restaurata, anch’essa possiede i caratteri tipici di una camera dello scirocco. Questo luogo di ritrovo era un vero e proprio tribunale dove i membri della setta decidevano della vita o della morte dei loro rivali. La rete di vie e grotte sotterranee dove i Beati Paoli si riunivano, apparteneva ad un'antica necropoli punica, localizzata sotto il mercato del Capo di Palermo. La setta, dispensatrice di giustizia sommaria ai danni dei potenti, che legittimava contro questi ultimi, delitti, al fine di proteggere il bene pubblico.

Fonti di questo articolo:



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