Le origini del mito di Dafni ed il lavatoio di Cefalù

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Le origini del mito di Dafni ed il lavatoio di Cefalù

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Pubblicato in Città Paesi Borghi · Venerdì 31 Mar 2023
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Le origini del mito di Dafni ed il lavatoio di Cefalù

Esiste una roccia sulle cime del monte Purace, che gli abitanti di Gratteri chiamavano “a tièsta”, perchè parecchio somigliante ad un gigantesco volto di pietra, che pochi conoscono, secondo la tradizione, da Gratteri ha vita il torrente dal luogo chiamato Cefalino, dove si erge imponente e malinconico un “volto” pietrificato.
Tutti conoscono invece, il medievale lavatoio di Cefalù, l’ingresso del suggestivo lavatoio di Cefalù, che rimanda il curioso visitatore ad un’antica leggenda siciliana.
Scolpito in un cartiglio, si legge: QUI SCORRE CEFALINO, PIÙ SALUBRE DI QUALUNQUE ALTRO FIUME, PIÙ PURO DELL’ARGENTO, PIÙ FREDDO DELLA NEVE.
Lapide, fu scritta da uno storico del Seicento, Vincenzo Auria, è stata collocata all’ingresso del lavatoio nel 1655 per volere degli stessi “giurati” o amministratori, dell’epoca.

Secondo la leggenda, il fiume Cefalino sarebbe stato generato dalle lacrime incessanti di una ninfa, pentita di aver causato la morte, per il tradimento subito dall’amato pastore Dafni, venne trasformato in una pietra dal padre Mercurio nei pressi di Cefalù, una roccia che, a dire di Servio (IV – V sec. d.C), avrebbe sembianze umane.

Diodoro Siculo narra che Dafni, era figlio del dio Ermes, messaggero dell’Olimpo e della ninfa Dafnide, abbandonato da quest’ultima in un bosco di piante di alloro sui monti Erei, probabilmente il Monte Lauro nei pressi di Ragusa. Il bimbo venne trovato dai pastori che se ne presero cura insieme alle attenzioni di Apollo, Pan e Artemide che gli insegnarono a suonare e comporre poesie bucoliche.
Nell’antica Grecia i pastori erano spesso anche dei poeti e Dafni fu considerato il creatore del canto bucolico, tanto da essere ricordato dallo stesso Virgilio nelle sue opere.
Il giovane semidio, divenne un uomo bellissimo che si occupava del suo gregge suonando la zampogna, e intonando canti celestiali.
Si dice che tutte le fanciulle si innamorassero di lui per il suo canto melodioso e tra queste, anche la ninfa Echemeide, figlia della dea Giunone. I due innamorati si sposarono anche senza il consenso della madre che giurò di vendicarsi.

Un giorno il re Zeno invitò Dafni ad una festa per recitare i suoi carmi. Tutti i convitati ne rimasero ammaliati, persino la regina Clifene che si invaghì perdutamente del poeta, tanto che organizzò una seconda festa e diede al pastore un potente vino, gli cinse il capo con l'alloro, pianta sacra ad Apollo, nei solenni momenti se ne cinsero le tempie i condottieri romani, ed i poeti. La regina si approfittò del suo sbandamento, portando il giovane nella sua alcova dove fu consumata la passione adultera.

In questo modo Dafni tradì la promessa di fedeltà alla sua sposa, la ninfa Echemeide e per questo, venne accecato dalla suocera Giunone, con il tipico castigo che i siculi infliggevano agli spergiuri.
Così, il giovane pastore iniziò a vagare cieco tra i monti della Sicilia, fino a quando, nei pressi di Cefalù, pose fine alla propria vita gettandosi da una roccia.
A quel punto, suo padre Ermes, impietositosi lo trasformò in quella rupe che oggi vediamo.

La ninfa, a sua volta, nel vedere il gesto disperato del suo sposo, pentitasi, iniziò a versare un gelido pianto che alimentò un bacino sotterraneo, il Cefalino, “più puro dell’argento, più freddo della neve” che ha origine nel massiccio montuoso della Prace e scende a valle fino a riversarsi nel mare attraverso il lavatoio di Cefalù.

Cefalù comune della Città Metropolitana di Palermo, 16 m s.m., patrono Trasfigurazione del Signore 6 agosto, è di sicuro conosciuta come borgo marinaro, la famosa spiaggia ed il meraviglioso Duomo medievale, se ci rechiamo al lavatoio e prestiamo l'orecchio, sentiremo le tante donne che andavano al lavatoio a fare il bucato.
In questo luogo tra  bellezza e magia, ed un atmosfera sospesa tra storia e mito, poteva mancare una leggenda.

Gratteri è un comune della città metropolitana di Palermo in Sicilia, patrono: San Giacomo 8 e 9 settembre, fa parte del Parco delle Madonie.


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