Museo dell’Orologio a Bisacquino

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Museo dell’Orologio a Bisacquino

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Pubblicato in Città Paesi Borghi · Giovedì 29 Dic 2022
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Museo dell’Orologio a Bisacquino

Da qualche anno sorge a Bisacquino un “Museo dell’Orologio”, voluto fortemente dal suo proprietario, Paolo Scibetta, nato a Bisacquino il 6 settembre 1912 e deceduto l’1 giugno 2004, Bisacquinese considerato l’ultimo “artigiano del tempo”. Egli infatti diceva che i soldi non sono tutto nella vita, amore e dedizione con l’obiettivo di lasciare al Paese e alle generazioni future un ricordo che va oltre la vita, la tradizione di una generazione di orologiai, che con le loro opere segnano il tempo che scorre.
La bottega degli Scibetta è stata visitata da Luchino Visconti, in occasione della realizzazione del film del romanzo “Il Gattopardo“ di Tomasi di Lampedusa, oggi è stata trasformata in Museo dell’Orologio sotto la tutela della soprintendenza dei beni culturali di Palermo.
Scibetta famiglia d'orologiai arriva a Bisacquino, nel 700, il capostipite Rosario si trasferì da Castrofilippo, riconvertendo il vecchio mestiere di armaiolo (pistole, fucili da caccia) in quello di costruttore di orologi meccanici da torre. E’ stato un ufficiale borbonico, Rosario Scibetta, trasferitosi da Castrofilippo. “Aveva messo su un’officina di armi, al termine del conflitto, con l’aiuto del figlio Calogero l’ha convertita in una fabbrica di orologi da campanile, si trattava sempre di meccanica di precisione”. Ma il talento da inventore arriverà con il nipote, Vincenzo, un autodidatta che si cimenta in opere complesse.
Tra i pezzi forti del museo, la ruota di Archimede: “Veniva inserita nell’orologio per consentire suoni diversi,  era una sorta di calendario perpetuo che scandiva, a seconda delle stagioni, l’ora giusta per ritirarsi dai campi quando arrivava il buio, per entrare a scuola, o iniziare il lavoro da artigiani. La ruota di Archimede inventata a Bisacquino è stata anche al centro di un plagio di un’azienda del Nord, “purtroppo non era stata brevettata, a scoprire la copia era stato mio padre Paolo, che con un nome fittizio ha voluto visitare la fabbrica in questione anticipando spiegazioni e funzioni del responsabile che sapeva ben poco di quel manufatto”.
La sua attività venne portata avanti dal figlio Calogero (1800- 1897) al quale si deve la costruzione di n° 5  orologi da torre, che fanno oggi bella mostra di sé. Gli orologi costruiti dal 1830 al 1860 da Calogero sono: 1)Bisacquino (torre San Vito), 2)Castelvetrano (Itria), 3)Campofiorito (torre civica), 4)Corleone (Municipio), 5)Salaparuta (chiesa madre).
Un gran lavoro nella tradizione lo ha fatto il nipote Vincenzo, che ha costruito ben 47 orologi da torre, un suo orologio ottenne un premio all’esposizione Agricola Siciliana di Palermo (1892). I suoi orologi sono presenti: 1)Agrigento, 2)Altofonte, 3)Bagheria, 4)Belmonte Menzagno, 5)Bisacquino (municipio), 6)Bisacquino (chiesa madre), 7)Bolognetta, 8)Borgetto, 9)Calamonaci, 10)Cartabellotta, 11)Carini, 12)Castronovo, 13)Casteldaccia, 14)Castelvetrano, 15)Caltavuturo, 16)Ciminna, 17)Chiusa Sclafani, 18)Contessa Entellina, 19)Corleone (chiesa madre), 20)Cinisi, 21)Gratteri, 22)Giuliana, 23) Locati Buonpietro, 24)Lercara Friddi, 25)Marineo, 26)Menfi, 27)Mezzojuso, 28)Palermo (S. Lorenzo), 29)Partinico, 30)Petralia Soprana, 31)Petralia Sottana, 32)Porto Empedocle, 33)Roccapalumba, 34)Ribera, 35)Roccamena, 36)Gibilmanna (santuario), 37)Santaflavia, 38)Santa Ninfa, 39)Sciacca (municipio), 40)Sciacca (chiesa madre), 41)Sciara, 42)Termini Imerese (comune), 43)Termini Imerese (chiesa madre), 44) Torretta, 45)Trabbia, 46)Vicari, 47)Villa S. Giovanni (FF.SS.).
Al pronipote Natale, vissuto tra il 1878 e il 1944 a Bisacquino, si deve la costruzione di n°6 orologi da torre collocati precisamente ad:  1)Aquino  (Monreale),  2)Cefala Diana,  3)Corleone  (Sant’ Elena),  4)Campofelice  di  Fitalia,  5)Palermo (Stazione Ferroviaria Santa Lucia) 6)Piana degli Albanesi.
Particolare interesse ha l’orologio costruito dai tre fratelli  Scibetta, Vincenzo,  Paolo e Rosario, il cosiddetto  “Orologio Geografico Universale” che sincronizza il fuso orario di Roma con quello dei più importanti  del globo terrestre. Per la sua originalità è stato brevettato con il n° 1715, persino riconosciuto alla terza fiera del Mediterraneo. Ai tre fratelli si devono 30 orologi, di cui 14 a carica elettrica, apprezzati per la robustezza e la precisione. Sono presenti a: 1)Baucina, 2)Balestrate, 3)Capaci, 4)Cammarata , 5)Corleone, 6)Castellammare del Golfo, 7)Comiso, 8)Contessa Entellina, 9)Giardinello, 10)Lascari, 11)Piana degli Albanesi, 12)Montelepre, 13)Villafrati, 14)Villagrazia di Carini, 15)Terrasini, 16)Vittoria; mentre quelli a carica elettrica sono a: 1)Caccamo (cattedrale), 2)Caccamo (San Giuseppe), 3)Calamonaci, 4)Campofelice di Fitalia, 5)Carini, 6)Baucina, 7)Cerda, 8)Favignana, 9)Ficarazzi, 10)Ficarazzelli, 11)Ficuzza (Palazzo Reale), 12)Palermo (Università Palastor), 13)Palermo (Università rett.), 14)S. Cristina G..
L’ultima generazione della famiglia Scibetta non ha più portato avanti l’antica tradizione di orologiai, in quanto i cinque figli di Paolo, non hanno portato avanti il lavoro dei propri avi. Il primo orologio da torre costruito da Paolo nella sua attività di artigiano, è stato collocato nella chiesa di Baucina. Dopo poco tempo però è stato costretto a cambiarlo con un orologio a carica elettrica a causa di una scala che rendeva difficile l’accesso alla torre.
Fra i clienti più illustri Paolo annovera, il regista Luchino Visconti, che venuto a conoscenza dell’artista orologiaio, ha esortato lo stesso a costruire un fac-simile di orologio molto rumoroso. Nella produzione del film “Il Gattopardo“ gli commissionò un orologio dal movimento più rumoroso in maniera tale, da fare da sottofondo ad una scena boccaccesca interpretata dalla Cardinale e da Alan Delon. Malgrado gli sforzi, la scena del film è stata tagliata perché subì le forbici della censura, l’orologio che aveva realizzato era stato di scarsa fattura, infatti dopo la sua utilizzazione cinematografica doveva essere distrutto.
Da circa 300 anni gli orologi della famiglia Scibetta sono serviti ad indicare ad intere generazioni di uomini, donne e bambini, la sveglia, l’entrata a scuola, il mezzogiorno, l’ave maria e la mezzanotte. Da qualche anno tutti gli attrezzi che hanno contribuito alla costruzione degli orologi da torre sono esposti all’interno della bottega artigianale, oggi diventata “MUSEO DELL’OROLOGIO” pronto per essere visitato dai tanti turisti e visitatori che arrivano nel nostro paese. Di seguito è riportata una breve descrizione del Museo; il locale si trova in Corso Umberto n° 76  a Bisacquino.
Il locale è formato di due stanze, all’interno delle quali sono presenti tutti gli attrezzi per la costruzione degli orologi, i banconi da lavoro, alcuni esemplari di orologi, una cartina geografica della Sicilia, fatta in lamiera, dove è indica l’esatta ubicazione e la collocazione di tutti gli orologi costruiti dalla famiglia, nei vari paesi della Sicilia.
Gli attrezzi presenti all’interno sono: Tornio Parallelo, banco prismatico di gran precisione; testata a tre velocità, carrello portautensili con avanzamento a vite e barra scatola “Norton”, supporto a croce per la costruzione di viti piane, fresatrice: costruita da Vincenzo negli anni 60, periodo di massima attività della fabbrica, tornio parallelo per lavori pesanti è dotato di ruota di ritardo, per consentire maggiore incisività all’utensile di lavoro, trapano americano per grossi fori, regalato dai frati del santuario di San Calogero di Sciacca, quando i Saccensi d’America hanno regalato l’orologio del Santuario (il montaggio e collocamento eseguito gratuitamente da Vincenzo Scibetta è stato compensato, con il regalo del grosso trapano), orologio da torre gran suoneria: ore- quarti- mezzogiorno mezzanotte (le ore da uno a dodici battute su campane di tono differenti alle battute dei quarti da uno a tre ogni quindici minuti, costruito da Paolo nel 1947 collocato sul campanile della Matrice di Baucina, l’orologio è poi stato sostituito con un altro sempre di costruzione di Paolo Scibetta, in conseguenza del restauro del campanile avvenuto nel 1987). Nella prima stanza è presente “l’Orologio Geografico Universale” che sincronizza il fuso orario di Roma con l’ora dei più importanti fusi orari del globo terrestre.
Nel museo di Bisacquino è stato creato un angolo, che rappresenta il lavoro che veniva svolto dall’orologiaio. Esposto un orologio a “gabbia” da torre funzionante, e tutto intorno una serie di attrezzi che servivano per la realizzazione degli orologi, tra i quali una “fonderia” da dove sono usciti ingranaggi.
La realizzazione di questo spazio dedicato all’ artigianato dell’orologio è stato possibile, grazie a Paolo Scibetta che ha donato al comune di Bisacquino buona parte d’utensileria, altri esemplari possono essere ammirati al Museo Civico di Bisacquino.
''L'onestà del tempo'' di Valerio Scibetta, il libro racconta di tre generazioni della famiglia Scibetta, costruttori di orologi da torre.

Per visite contattare famiglia Scibetta
Tel: 091 8351033 – 091 851719
Valerio Scibetta
Via stazione, 18
091 8351239 cell  339 3305599
valerioscibetta@hotmail.it



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