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Sicilia, dove il pistacchio è un'eccellenza, tra Bronte e Raffadali

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Sicilia, dove il pistacchio è un'eccellenza, tra Bronte e Raffadali

Il blog di clicksicilia, curiosità per turisti
Pubblicato in Street Food, Vino, Birra, Dolci · Domenica 06 Nov 2022 · Tempo di lettura 5:00
Tags: PistacchiodiBronteRaffadaliilpistacchioSiciliaoroverdesicilianopistacchioverde

Sicilia, dove il pistacchio è un'eccellenza, tra Bronte nel catanese e Raffadali nell’agrigentino

Pianta di origini persiane, il pistacchio, si trova citato persino nell’Antico Testamento e veniva coltivato già al tempo degli ebrei per il suo prezioso frutto.
È arrivato sulle nostre coste tramite gli scambi culturali e commerciali con i paesi del bacino mediterraneo. In Sicilia, molto probabilmente arriva grazie agli arabi, qui il pistacchio ha trovato un terreno ideale alla sua coltivazione.
Tra le innumerevoli tipicità della Sicilia, la pasticceria siciliana, si ritaglia un posto d’onore e la crema di pistacchi, usata per farcire i dolci da forno, o al cucchiaio da mescolare con altre creme o gelati, da sciogliere nel latte, nel caffè ne è la regina diciamo pari merito con la ricotta.
La crema di pistacchio entra a pieno titolo nell’albo delle golosità sicule più irresistibili.

Il pistacchio siciliano per antonomasia è quello di Bronte, coltivato alle pendici dell’Etna, per rientrare nella categoria tutelata dei prodotti DOP deve essere prodotto nei territori di Bronte, Adrano e Biancavilla. È un pistacchio verde, ha un sapore dolce che lo rende un perfetto alleato della produzione pasticcera. L’albero del pistacchio di Bronte cresce nei terreni vulcanici della provincia catanese, non teme la siccità e nemmeno i terreni rocciosi, ed è per i locali un’importantissima fonte di reddito: non a caso, è chiamato ‘oro verde’.
A Bronte durante le feste paesane che celebrano questa eccellenza locale, solitamente si svolgono a settembre, in periodo di raccolto.
Ma oltre al tema culinario, Bronte offre anche delle attrattive storico-culturali da non sottovalutare Tantissime e molto antiche sono le chiese di Bronte che ci tramandano cultura e tradizione, da non perdersi il monumento dove giacciono le spoglie del venerabile Ignazio Capizzi che si trovano nella Chiesa del Sacro Cuore, la Chiesa Madre e del Santuario dell’Annunziata, patrona di Bronte, Chiesa di San Giovanni, importante per il Crocifisso sotto il quale i brontesi di un tempo erano soliti stringere patti, e la bellissima la cappella dedicata a Santa Rosalia.
In zona si trova l’Abbazia di Santa Maria di Maniace, anche nota come Castello o Ducea di Nelson. Si tratta di un complesso di origine medievale situato tra Bronte e Maniace. In origine (parliamo dell’anno 1000) fu un’abbazia benedettina con annessa chiesa, ma venne trasformata in castello e quindi in dimora settecentesca - residenza dell’ammiraglio Nelson, l’Etna, il parco dell’Etna i comuni circostanti.

In Sicilia troviamo un altro polo di produzione del Pistacchio, quello di Raffadali nell’agrigentino, Bronte è nel catanese.
La coltivazione del pistacchio di Raffadali avviene in terreni sabbiosi e calcarei, e ha un retaggio storico importante.
Il pistacchio, in dialetto: “frastuca” o “fastuca”pertanto, presso la valle del Platani, coltivato in nelle contrade degli agri di Joppolo, Santa Elisabetta, San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Cianciana, Cattolica Eraclea, Agrigento, Favara, Casteltermini, Racalmuto, Aragona e Santo Stefano Quisquina, si inserisce in questo contesto, che va a rappresentare quello che tipicamente viene identificato come Pistacchio di Raffadali.
Raffadali è situata in una conca tra i fiumi Platani e Imera Meridionale. Il suo nome deriva dall'arabo Rahal-Afdal “casale eccellente”. Fu concessa in feudo nel 1523 a Pietro Montaperto, alla cui famiglia restò fino all'abolizione della feudalità (sec. XIX). Nella chiesa cinquecentesca della Madonna degli Infermi, fondata da Pietro Montaperto, si trova un sarcofago di età romana, su cui è raffigurato il Ratto di Proserpina, il settecentesco palazzo dei Montaperto.
Ci troviamo, nella valle del Platani, nei Monti Sicani, tra le province di Agrigento e Caltanissetta.
Il viaggio lungo il fiume Platani è un percorso tra le tante storie che sono nate sulle sue sponde, come quella di Giacomo Gatì, l’allevatore che ha salvato dall’estinzione le leggendarie capre girgentane o quella di Lorenzo Reina, che ha costruito un teatro “magico” fatto di sole pietre sulla cima di una montagna, il teatro Andromeda.
L’importanza storica del pistacchio, è testimoniata, da numerosi riferimenti letterari, Pietro Bonifacio nella sua monografia scriveva che “presso Raffadali esistono 3 esemplari giganteschi e bellissimi di pistacchio visitati come rarità botaniche e capaci di produrre circa 200 kg di frutti ciascuno”. Altre testimonianze più recenti si ritrovano nel romanzo Blues di mezz’autunno (2013) dello scrittore Santo Piazzese, ne Il corvo di pietra (2014) di Marco Steiner e nel romanzo La banda Sacco (2013) di Andrea Camilleri.

Innumerevoli gli usi del pistacchio solo per cenni:
Pesto di Pistacchio: un preparato dal gusto fresco e aromatico, di semplice preparazione, basta aggiungere gli ingredienti e frullare (ingredienti 200 gr di pistacchio a chicco intero e sgusciato, 100 ml circa di olio di extravergine di oliva, pepe nero, sale). Può essere utilizzato come condimento per la pasta o come crema da spalmare su crostini di pane casereccio.
Gelato al pistacchio, Ricci al pistacchio, Crema di Pistacchio, Cous cous dolce:  una ricetta tipica ideata dalle monache cistercensi del convento di Santo Spirito di Agrigento che,  ancora oggi,  continuano a prepararla manualmente secondo l’antica ricetta che viene gelosamente custodita dalle suore, tipica del periodo natalizio. Non si conosce la ricetta originaria, ma una ricetta simile utilizzata da pasticceri locali è composta dai seguenti ingredienti: 250 grammi di granelli di couscous –  Olio extravergine d’oliva q.b.  – 150 grammi di gocce di cioccolato – 100 grammi di pistacchi – Zucchero a velo q.b. – Cannella in polvere q.b. – succo di un’arancia – 100 grammi di mandorle tostate pelate – 100 grammi di zuccata, arancini al pistacchio e chi più ne ha più ne metta.

Video Teatro Andromeda

La valle platani di di Davide Mocci



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