Il vino meriterebbe una migliore considerazione soprattutto quando si parla di profumati Passiti e di Moscato

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Il vino meriterebbe una migliore considerazione soprattutto quando si parla di profumati Passiti e di Moscato

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Pubblicato in Street Food, Vino, Birra, Dolci · Martedì 15 Nov 2022
Tags: vinoSiciliapassitisicilianilastoriadelvinoinSicilia

Il vino meriterebbe una migliore considerazione soprattutto quando si parla di profumati Passiti di Pantelleria e Malvasia delle Lipari, senza dimenticare il Moscato di Noto e di Siracusa

Il vino e la vite hanno accompagnato la storia della Sicilia dai suoi albori fino ai tempi recenti. Si ritiene che furono introdotte dai Fenici. Viti e viticoltura e gettarono le basi della futura ricchezza enologica della Sicilia, i Greci introdussero le loro tecniche.

Già ai tempi dell'Impero Romano i vini della Sicilia erano fra i più famosi del mondo antico, ed erano esportati e molto apprezzati in ogni luogo. A quei tempi uno dei vini dolci Siciliani più celebri era il Mamertino, le due civiltà più evolute e antiche quali Romani e Greci ritenevano il vino elisir di felicità e giovinezza tanto da idolatrare il Dio Bacco e dedicargli riti propiziatori per ottenere grandi raccolti.
Il mito di Dionysos racconta che il giovane dio, partorito dallo stesso Zeus dopo averlo cucito nella sua coscia alla morte della donna con cui lo aveva concepito, durante le sue scorribande scoprì la vite ed il suo frutto e imparò a ricavare dall’uva fermentata il vino, inebriante bevanda che amava gustare. Durante i suoi viaggi Dioniso insegnò ai contadini la viticoltura, fondò nuove città, istituì culti in suo onore e spinse gli uomini verso una vita più lieta, fatta anche di trasgressione.
Proprio in epoca imperiale l'economia vinicola siciliana visse un periodo di straordinaria fioritura: ne sono splendide testimonianze i mosaici della Villa del Casale a Piazza Armerina
Durante il dominio degli Arabi (872-1061), la produzione di vino nell'isola non subì un lungo periodo di declino, nonostante il consumo di vino sia proibito dalle scritture islamiche, lo commercializzarono tramite l’esportazione verso porti sotto il controllo cristiano, sarà solo con l'avvento dei Normanni (1061-1194) e più tardi degli Svevi (1194-1266) che l'enologia Siciliana mostrò segni di ripresa.
In epoche successive, il Cristianesimo in Sicilia come in altre parti d'Europa. svolse attraverso gli insediamenti monastici un ruolo fondamentale per lo sviluppo moderno dell'enologia, il vino era essenziale per la celebrazione della messa.

Con la ripresa delle colture, il vino della Sicilia riprese il suo sviluppo ed il naturale risultato fu la ripresa dell'esportazione. Durante questo periodo la viticoltura contribuì a migliorare le condizioni economiche della Sicilia. Si dovrà attendere quasi la fine del 1700, per registrare uno degli eventi più significativi della storia del vino Siciliano. Questo storico evento ha come protagonista un giovane mercante Inglese che attraverso il suo intuito e la sua abilità di commerciante, contribuì alla nascita di uno dei vini più celebri e importanti d'Italia: il Marsala parliamo di John Woodhouse questo il nome dell'intraprendente mercante Inglese - dopo avere assaggiato il vino che si produceva a Marsala, intuì che questo poteva competere con gli allora celebri e incontrastati vini di Jerez e di Porto - due vini che hanno fatto la fortuna commerciale di molti mercanti Inglesi - e decise di spedirne alcune botti in Inghilterra. Fu un successo clamoroso che segnò la fortuna commerciale di Woodhouse e con lui dell'enologia Siciliana.

Fu in questo periodo che nacquero le storiche e prestigiose cantine Siciliane: Duca di Salaparuta (1824), Florio (1836), Amodeo (1837), Rallo (1860), Curatolo Arini (1875), Carlo Pellegrino (1880) e Lombardo (1881). Lo sviluppo della viticoltura Siciliana durante il 1800 si concentrò prevalentemente nell'area Etnea e la produzione di vino nella zona di Catania era così importante che per il suo trasporto fu addirittura costruita la ferrovia Circumetnea, che consentiva il collegamento con il porto di Riposto e da qui il vino prendeva la via del mare verso altri paesi. Questo florido periodo fu interrotto nel 1881 con l'arrivo della fillossera che decimò i vigneti determinando un forte calo nell'esportazione.

Il ripristino dei vigneti colpiti dalla fillossera durò oltre mezzo secolo e terminò durante gli anni 1950, nascono le prime cantine sociali e fu durante gli anni 1970 con la creazione del Mercato Unico Comunitario, con un miglioramento delle tecniche di coltivazione, una intelligente attività di riqualificazione del vino siciliano, da parte dell'Istituto regionale della vite e del vino, così si registrò il nuovo sviluppo dell'enologia Siciliana, verso i traguardi dei nostri giorni. Lo sviluppo degli ultimi venti anni della produzione vinicola in Sicilia ha consentito ai vini dell'isola di affermarsi in tutto il mondo.

La coltivazione della vite e la produzione di vino sono diffuse in tutto il territorio Siciliano e il patrimonio ampelografico dell'isola è piuttosto interessante, nella cultura popolare tradizionale siciliana infatti ha espresso un atteggiamento ambivalente nei confronti della vite e della vendemmia: essa infatti viene rappresentata quale momento critico del ciclo lavorativo agrario opposto a quello del grano
Marsala
Fra i vini di rilievo della Sicilia, un posto speciale spetta al Marsala, vino, fra i più celebri dell'isola, è stato capace di contrastare in passato il dominio del Porto, Jerez (Sherry) e Madeira nei commerci degli Inglesi. Il Marsala - che deve la sua notorietà ad un commerciante Inglese, John Woodhouse, dopo avere vissuto più di un secolo di sfolgorante notorietà, è stato anche testimone di un decadimento durato fino a circa venti anni fa. Si tratta di un vino fortificato o liquoroso un calice di Marsala Vergine Stravecchio - cioè con almeno 10 anni di maturazione, è un'esplosione di aromi e sapori. Il Marsala è prodotto nei seguenti stili: Fine almeno 1 anno di maturazione, Superiore 2 anni, Superiore Riserva 4 anni, Vergine o Soleras 5 anni, Vergine Stravecchio o Riserva 10 anni.
Moscato e Passiti
Fra i vini dolci della Sicilia, quelli di Pantelleria e di Lipari sono certamente i più celebri. Il Moscato e il Passito di Pantelleria si producono nell'omonima isola, a sud della Sicilia, con Moscato d'Alessandria, localmente noto con il nome di Zibibbo. Profumato, dolce, suadente e incantevole, il Passito di Pantelleria è un eccellente abbinamento per i formaggi stagionati e la pasticceria, in particolare quella di mandorle. Un altro vino dolce Siciliano di estremo interesse è la Malvasia delle Lipari prodotto nelle isole Eolie e di cui la principale rappresentante è l'isola di Salina. La Malvasia delle Lipari ha aromi eleganti e complessi, un gusto dolce e raffinato, adatto per i formaggi stagionati e la ricca pasticceria Siciliana, ma anche apprezzato da solo come vino da meditazione.
Nelle religioni il vino ha ruoli differenti:
Nell’ebraismo il vino è simbolo di gioia e va consumato nella giusta misura. È ritenuto un dono di Dio frutto anche del lavoro dell’uomo, in quanto senza il suo aiuto non ci sarebbe il vino. Il vino è una bevanda che rallegra gli animi.
Per la religione cristiana il vino è simbolo di prosperità, è di fondamentale importanza, soprattutto nel rito sacro della messa, durante la benedizione, in cui si ricorda proprio l'ultima cena di Gesù. Qui il vino assume un ruolo unico, in quanto esso diventa il sangue di Cristo ed il pane il corpo di Cristo
L’Islamismo invece proibisce il consumo del vino, l’unico beneficio del vino è nel commercio, mentre assumerlo provoca solo danni sociali.
Baudelaire nei "Fiori del male", “il vino sa rivestire il più sordido tugurio d'un lusso miracoloso e innalza portici favolosi nell'oro del suo rosso vapore, come un tramonto in un cielo annuvolato".
Continuate a bere coca cola, e varie ed otterrete sacralità e solennità.
Fonti di questo articolo:


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