L’orologio astronomico di Messina e la Cattedrale di Santa Maria Assunta o Duomo di Messina

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L’orologio astronomico di Messina e la Cattedrale di Santa Maria Assunta o Duomo di Messina

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Pubblicato in Città Paesi Borghi · Giovedì 05 Gen 2023
Tags: OrologioastronomicodiMessinaCattedralediSantaMariaAssuntaDuomodiMessinaorologio

L’orologio astronomico di Messina e la Cattedrale di Santa Maria Assunta o Duomo di Messina

L’orologio astronomico di Messina, parte della cattedrale della città, fu costruito dalla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933. È integrato nel campanile della chiesa (ricostruito all'inizio del secolo dopo il terremoto), di cui costituisce l'elemento più caratteristico; è il più grande orologio astronomico mai costruito
La parte tecnica è stata concepita da Frédéric Klinghammer, la parte artistica si basa su piani di Théodore Ungerer. Fu commissionato dall'arcivescovo della città (Angelo Paino) in occasione del rifacimento del campanile di Messina.
È articolato in parecchie parti distribuite ai diversi livelli della torre campanaria. Alcune sono costruite sul lato del campanile che dà sulla piazza, altre si trovano sul lato rivolto verso la facciata della chiesa.
Il campanile del duomo di Messina è anche torre dell'orologio dell'omonimo duomo.
Già a partire dal XII secolo, era presente, con funzioni liturgiche, nel 1559, colpito da un fulmine si incendiò per essere riedificato. Nel 1693, altri danni furono apportati dai due terremoti del Val di Noto che nel mese di gennaio interessarono l'intera Sicilia orientale. Nel 1783, le scosse sismiche del terremoto della Calabria meridionale di febbraio lo distrussero determinando il collasso degli ordini sommitali. Per adeguare la struttura del tempio al cambiamento di gusto dell'epoca, il tozzo campanile fu distrutto nel 1863 e in sua vece furono erette due torri neogotiche sopra le absidi laterali.
Il campanile attuale fu ricostruito nella sede primitiva dopo il terremoto del 1908 e fu progettato sui disegni di quello vecchio. Alto circa 60 metri, a forma di torre con tetto a cuspide, alleggerito su tutti i lati da coppie di bifore, si può accedere al belvedere posto sulla sommità da cui si può ammirare il panorama a 360° sulla città di Messina e sul suo stretto e sulla Madonnina posta all’ingresso del porto.
Il Campanile è visitabile all’interno, lungo il percorso delle scale, si ammirano le statue in bronzo e il complesso e ingegnoso sistema di leve e ingranaggi che consente il movimento dell’orologio.
Alle ore 12.00 ogni giorno ed il movimento delle figure dura 12 minuti, il tutto accompagnato dall'Ave Maria di Schubert. Ogni quarto d’ora durante la giornata si muovono le due eroine ai lati del gallo, Dina e Clarenza, che battono i quarti e le ore, e il carosello delle età. Ci troviamo davanti un complesso sistema di leve e contrappesi che consente il movimento delle statue, che sono legate alle tradizioni civili e religiose della città. Suggeriamo di non perdere lo spettacolo che vi si propone, magari leggendo qualche guida si riesce meglio a comprendere il significato dello stesso.
Il cuore dell’orologio
Nel piano del gallo si conserva il “cuore dell’orologio”, un potente meccanismo di orologeria a contrappesi, che governa il movimento dei 54 automi che sfilano in 7 scene sovrapposte, collocate nel prospetto antistante la piazza.
Il meccanismo si muove:
Il Leone
Alla sommità della torre è il leone, in bronzo dorato, alto 4 m., simbolo della provincia di Messina e della forza. Immediatamente dopo lo scoccare del mezzogiorno, l’automa inizia il movimento delle statue, agita la bandiera, muove la coda, rivolge il capo verso la piazza e ruggisce per tre volte consecutive.
IL Gallo
Al centro, tra le due eroine, è il gallo. Questo animale, alto m. 2,20, concepito dal costruttore come simbolo del risveglio, poco dopo lo scoccare di mezzogiorno, dopo che il leone ha ruggito, batte le ali, solleva la testa e canta chicchirichì per tre volte consecutive. L’animale porta la certezza della luce, l’annuncio del sole di Cristo che sale ad Oriente. L’animale si lega anche al momento della Resurrezione, dopo i giorni di Passione. Il triplice canto del gallo, durante il rinnegamento di Pietro, ricorda in qualche modo l’ineluttabilità del suo riconoscere il sole che Pietro, per debolezza umana, rinnega, nel corso della persecuzione.

Dina e Clarenza
Le ore e i quarti sono battuti da due statue automa in bronzo, alte 3 m. raffiguranti Dina e Clarenza. Le due eroine difesero la città durante la guerra dei Vespri Siciliani. L’8 agosto del 1282, le truppe angioine, che assediavano la città, avevano provocato diversi danni alla cinta muraria, ma erano state ugualmente cacciate. Allo scopo di far riposare gli uomini, stremati dalle continue battaglie, la notte seguente, le donne messinesi montarono la guardia sui bastioni della città. Gli Angioini, approfittando della notte, tentarono un nuovo assalto, allora Dina cominciò a far rotolare delle pietre per fermare il nemico e Clarenza diede l’allarme suonando le campane. La città fu così salva.

La Madonna della Lettera
La scena raffigura la Madonna della Lettera, patrona della città di Messina. Secondo la tradizione nel 42 d. C. San Paolo venne a Messina per diffondere il Cristianesimo. Entusiasmati dalla sua parola, i Messinesi accettarono di convertirsi al Cristianesimo inviarono a Gerusalemme un’ambasceria per rendere omaggio alla Madonna. Così una delegazione di messinesi si recò in Palestina con una missiva, nella quale i molti concittadini convertiti alla fede di Cristo professavano la loro fede e chiedevano la protezione di Maria. La Vergine diede agli ambasciatori una lettera, destinata al popolo messinese, in cui prometteva la sua eterna protezione alla città, ed in risposta alla missiva, inviò indietro una sua lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. La frase finale della lettera, “Vos et ipsam civitatem benedicimus”, è ancora oggi riportata sul basamento della Madonnina del Porto. Nel campanile poco dopo mezzogiorno, un angelo porta la lettera alla Madonna, seguono, dopo di lui, S. Paolo e gli ambasciatori messinesi. Ciascun personaggio si inchina sfilando dinanzi alla Vergine. Il culto della Madonna della Lettera arrivò a Finale tramite il casato dei Ventimiglia, tale borgata era la residenza estiva della nobile famiglia. Il culto è dovuto soprattutto alla parentela con la famiglia nobile messinese dei Moncada, molto devota alla Madonna della Lettera.
Le scene bibliche
Le scene variano, sulla facciata del Campanile, in relazione al calendario liturgico, nel seguente ordine:
Da Natale all’Epifania: adorazione dei pastori. I pastori sfilano e si inchinano dinanzi a Gesù bambino, la Madonna e S. Giuseppe.
Dall’Epifania a Pasqua: adorazione dei Re Magi. Guidati dalla stella cometa, i Re Magi, ciascuno accompagnato da un valletto, adorano il Bambinello che è tenuto tra le braccia di Maria.
Da Pasqua a Pentecoste: resurrezione di Gesù. Due soldati stanno a guardia del sepolcro, dal quale, mentre essi guardano sgomenti, si innalza Gesù.
Da Pentecoste a Natale: discesa dello Spirito Santo. I dodici apostoli, sono nel cenacolo intorno alla Madonna.
Una colomba, simbolo dello Spirito Santo, vola sopra gli apostoli; sulle loro teste appaiono delle fiammelle, mentre alzano in alto le braccia.
La chiesa di Montalto
O chiesa di Santa Maria dell'Alto e monastero dell'Ordine cistercense sul colle della Caperrina, la scena ricorda la fondazione della chiesa di Montalto, che sorge sul colle della Caperrina, a sinistra di chi guarda l’orologio.
Secondo la tradizione, la Madonna apparve in sogno a fra’ Nicola, chiedendogli di costruire una chiesa da dedicare al Suo nome. Gli disse di radunare le autorità cittadine sul colle, perché a mezzogiorno una colomba avrebbe disegnato in volo il perimetro della chiesa che doveva essere costruita. A poggiare la prima pietra intervenne la regina Costanza II di Sicilia
Così accadde e la chiesa fu ben presto edificata, occorre anche ricordare che fu il primo edificio di culto ricostruito nel dopo terremoto del 1908; il santuario è legato alla tradizione dell'apparizione della Madonna in difesa dei messinesi assediati dai Francesi nel corso della guerra dei Vespri Siciliani (Madonna delle Vittorie).
A mezzogiorno, sul suono dell’Ave Maria di Schubert, una colomba disegna in volo un cerchio e, subito dopo, dalla roccia emerge la chiesa di Montalto.
Il carosello delle età
E’ formato da quattro statue a grandezza naturale raffiguranti le fasi della vita, l’infanzia (un bambino), la giovinezza (un giovane), la maturità (un guerriero), la vecchiaia (un vecchio), che si portano al centro della scena ogni quarto d’ora. La morte, rappresentata da uno scheletro, con la sua falce scandisce il corso della vita.
Il carosello dei giorni della settimana
Ciascun giorno è rappresentato da una divinità pagana, portata in trionfo da un carro, trainato da un animale diverso. Ogni carro cambia a mezzanotte. Ecco l’ordine dei carri:
Domenica: Carro tirato da un cavallo e guidato da Apollo
Lunedì: Carro tirato da un cervo e guidato da Diana
Martedì: Carro tirato da un cavallo e guidato da Marte
Mercoledì: Carro tirato da una pantera e guidato da Mercurio
Giovedì: Carro tirato da una chimera e guidato da Giove
Venerdì: Carro tirato da una colomba e guidato da Venere
Sabato: Carro tirato da una chimera e guidato da Saturno

Il calendario perpetuo
Sul quadrante, un grande disco di circa m. 3,50 di diametro, sono segnati i giorni, i mesi, gli anni e le feste mobili. Un angelo in marmo indica con una freccia il giorno. Il cambio della data avviene automaticamente a mezzanotte.
Il planetario
Il quadrante raffigura il sistema solare. Al centro è il sole e attorno i nove pianeti che ruotano intorno ad esso, collocati a distanza proporzionale a quella reale. Il tempo di rivoluzione non è uguale per tutti i pianeti, ma è perfettamente sincronico a quello reale, con un’approssimazione fino al centesimo di secondo.
La luna
Al di sopra del planetario, tra due finestre, è collocata la luna, un globo di m. 1,20 di diametro. È suddiviso in due emisferi, uno dorato e l’altro nero; in tal modo il globo mostra alternativamente le due facce in perfetta sincronia con i movimenti e le conseguenti fasi lunari. La luna ruota intorno al proprio asse e compie un giro completo in 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi.
I quadranti delle ore
Ciascun quadrante si trova sui quattro lati del campanile e misura m. 2,40 di diametro.
Il loro funzionamento è dettato dal cuore dell’orologio.



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