Da Cefalù a Marzamemi - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

Se vuoi visitare la Sicilia e non sai da dove iniziare. Siamo qui per aiutarti. Scopri le migliori destinazioni in Sicilia e pianifica il tuo viaggio.

Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.  
Con i nostri itinerari e le nostre raccomandazioni locali, potrai vivere un'esperienza autentica e indimenticabile in questa meravigliosa isola mediterranea.
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Itinerario interno alla Sicilia o meglio dalla costa alla costa attraverso l'interno della terra del sole, da Cefalù a Marzamemi, dalla Sicilia orientale alla Occidentale, attraversando i borghi.

Questo itinerario di viaggio in Sicilia vuole accompagnarti lungo l'interno dell'isola, scoprirai una terra unica, scorci incredibili, piccoli borghi, siti archeologici , castelli, cantine vinicole, e prelibatezze culinarie. Preparati ad organizzare il tuo viaggio goditi un po’ di relax, questo itinerario non vuole essere imposto, può essere personalizzalo a tuo piacimento, togli o aggiungi destinazioni ed adattalo al tuo modo di viaggiare.

I comuni interessati sono: Cefalù, Castelbuono, Gangi, Sperlinga, Nicosia, Leonforte, Enna, Piazza Armerina, Aidone, Caltagirone, Ragusa, Modica, Ispica, Noto, Marzamemi
Cefalù, piccolo borgo medievale sul mare, sorge ai piedi delle Madonie, vanta un patrimonio artistico, culturale e naturalistico di inestimabile valore.
Il borgo di Castelbuono è situato alle pendici del “Colle Milocca”, nella vallata delle Madonie, famosa perchè nel 1316 il conte Francesco di Ventimiglia fece costruire il castello,
Gangi, piccolo paese che sorge su di un promontorio in provincia di Palermo, è diventato famoso in tutto il mondo dopo la nomina a borgo più bello d’Italia, tra chiese, palazzi signorili, tesori artistici disseminati in queste stradine, situato tra i monti Nebrodi e le Madonie, nel cuore della Sicilia a 750 metri dal mare,
con il castello normanno di Sperlinga è un raro esempio di castello rupestre, costruito sulla e nella roccia, ”QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT”, tradotto “Quello che fu stabilito dai siciliani, fu negato solo da Sperlinga”,
il nome Nicosia deriva dal greco Nicosia che significa "la vittoriosa" città demaniale dal XII secolo, definita la città dei 24 baroni, Leonforte oltre le chiese, da non perdere la Granfonte, fatta costruire in stile barocco dal solito Branciforti su un’antica fontana araba. E’ lunga quasi 25 metri ed è costituita da 24 cannelle ancora oggi in funzione,
Enna o l'ombelico della Sicilia o belvedere della Sicilia, la sua fortunata posizione l’ha resa la fortezza per eccellenza, castello di Lombardia e la torre ottagonale di Federico, la vicina Pergusa con la sua pista,
Piazza armerina un borgo medievale famosa e riconosciuta nel mondo per i Mosaici della Villa Romana del Casale, presenta un splendido centro storico barocco, presieduto dall'imponente Duomo che occupando la posizione più elevata della città ha tutt'intorno il nucleo antico, bei palazzi rinascimentali e barocchi, come il Palazzo Trigona e poco lontano da questo il Castello Aragonese,
Aidone è sede di un importante sito archeologico, Morgantina, e la sua Venere, una scultura greca,
Caltagirone è una delle città del Val di Noto più visitate della Sicilia per il suo patrimonio artistico di grande valore, nota soprattutto per la tradizionale lavorazione della ceramica,
Ragusa situata nel cuore del Val di Noto e l'architettura barocca patrimonio dell'Unesco, nel sud est della Sicilia,
Modica on gli edifici che crescono su entrambi i lati della collina che separa i due fiumi, e due zone nettamente distinte, la Modica Alta e la Modica Bassa con gli edifici barocchi, ed il famoso cioccolato di Modica, Ispica la bellezza si mostra attraverso le sue incantevoli chiese barocche e il suo sontuoso loggiato,
Noto perla del barocco siciliano, famosa anche per le sue spiagge,
concludiamo con Marzamemi piccolo borgo di pescatori un tempo antica tonnara, i prodotti tipici della gastronomia da degustare a Marzamemi: la bottarga di tonno rosso, la ventresca di tonno rosso, il mosciame di tonno rosso, se poi si ha voglia di fare un tuffo in mare recatevi presso la spiaggia dell’Isola delle Correnti, la più bella nelle vicinanze.

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Cefalù comune della Città Metropolitana di Palermo, 16 m s.m., patrono Trasfigurazione del Signore 6 agosto
Cefalù e la Sicilia Tirrenica è considerata una delle più belle località balneari dell'Italia, non offre solo mare e una spiaggia per la tintarella. La città costiera, sulla costa nord-orientale della Sicilia, è famosa anche per la sua cattedrale normanna, il centro storico medievale, il museo archeologico e la cucina a base di pesce, una salita alla rocca per non perdersi il suggestivo panorama dall'alto dei suoi 280 metri

La Rocca, dalla sommità della rupe che domina l’abitato, da dove si apriva l’antica porta di Terra, accesso alla città per chi proveniva dall’entroterra. Sull’orlo dello strapiombo rimangono i resti, più volte rimaneggiati, della fortificazione di probabile epoca bizantina; più arretrato, il santuario preistorico detto tempio di Diana, costruzione megalitica del IX secolo a.C. sulla quale in epoca greca venne edificato un altro edificio, poi trasformato in chiesa bizantina.

Corso Ruggero dove prospetta la settecentesca chiesa di S. Maria della Catena, Piazza Duomo dominata dalla Cattedrale che si staglia contro la parete della Rocca, il Seminario e il Palazzo Vescovile, il palazzo Maria, probabile residenza regia, e il palazzo Piraino all’angolo sud con corso Ruggero, il palazzo del Municipio, ex monastero di S. Caterina del tutto trasformato.

La Cattedrale voluta da Ruggero II come voto per la grazia ricevuta di essere scampato a una tempesta approdando a Cefalù, la basilica venne costruita a partire dal 1131. L’edificio risulta ‘fuori scala’ rispetto al tessuto urbano circostante e le due torri gli conferiscono un aspetto affascinante e austero. L’abside, le pareti contigue e la volta sono un trionfo di mosaici antecedenti quelli del Duomo di Monreale. Nel catino absidale campeggia l’enorme mosaico del Cristo Pantocrator.  Annesso alla Cattedrale, il chiostro (XII secolo) è stato in parte ricostruito in seguito all’incendio che lo distrusse nel XVI secolo.

Museo Mandralisca, creato nel 1934, il museo comunale situato alle spalle del Municipio prende il nome dal barone Enrico Pirajno di Mandralisca, scienziato ed erudito ottocentesco. Uomo dai molteplici interessi, il più famoso è il Ritratto d’ignoto, straordinaria opera di Antonello da Messina databile tra il 1465 e il 1476.

Lavatoio Medievale sul Fiume Cefalino, un corso d’acqua creato secondo la leggenda dalle lacrime di una ninfa, pentita di aver ucciso l’amante che l’aveva tradita.

Il Santuario Di Gibilmanna nell’omonima frazione e dedicato alla Santissima Vergine, si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali del Pizzo Sant'Angelo, cima delle Madonie, sulla cui cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo. Museo Fra Giammaria da Tusa

Castelbuòno comune della Città Metropolitana di Palermo, 423 m s.m., patrono Sant’ Anna 26 luglio, è incluso nel Parco Regionale delle Madonie.
Nel castello si trova la cappella di Sant'Anna, con le ricchissime decorazioni dovute ai fratelli Serpotta; è inoltre sede del Museo Civico, la cui pinacoteca ospita quadri e statue di artisti del Novecento, tra i quali Corrado Cagli, Arturo Carmassi e Mario Schifano. https://www.museocivico.eu/
Nella chiesa medievale di San Francesco è la cappella funeraria dei Ventimiglia, a pianta ottagonale.
La chiesa matrice vecchia ha facciata con portico cinquecentesco nel quale spicca un portale gotico, affiancata da una poderosa torre campanaria; all'interno ospita numerose opere d'arte tra le quali un affresco del sec. XIV (Le nozze mistiche di Maria).
La chiesa matrice nuova è secentesca. Nell'ex convento di Badia ha sede il Museo Naturalistico “F. Minà Palumbo”. https://www.museonaturalisticominapalumbo.it/
Nei dintorni sorge l'abbazia di Santa Maria del Parto (o Romitaggio di San Guglielmo), del sec. XIV.

Uno dei periodi più belli per visitare Castelbuono è quello estivo: durante la prima o la seconda settimana si organizza nel palazzo l’Ypsigrock Festival, la più grande manifestazione di musica indie e alternative rock d’Italia. È un’occasione unica per vedere radunati in questo piccolo borgo così tanti appassionati del mondo della musica, giovani e meno giovani, artisti emergenti, grandi autori o semplici turisti. https://www.ypsigrock.it/
Per gli amanti della musica classica invece segnaliamo la rassegna Castelbuono Classica, che ospita artisti esordienti e di fama internazionale e li vede esibirsi nella splendida cornice del borgo di Castelbuono. https://castelbuonoclassica.it/

Sulle Madonie la Manna cade dai frassini
La manna, presidio Slow food, è il prodotto che si ottiene dalla solidificazione della linfa elaborata che fuoriesce, durante la stagione estiva, dalle incisioni praticate sul fusto e sulle branche principali di alcune specie di frassino del genere Fraxinus. Dall’ultimo dopoguerra in poi la coltura ha subito un rapido declino, rimanendo relegata in ristrette superfici del comprensorio Madonita e, in particolare, nei territori di Castelbuono e Pollina. https://www.consorziomanna.it/

Se poi cercate ristoro, alla taverna uva club o all'hostaria nangalarruni, cordialità, vino e buon cibo.
Gangi comune della Città Metropolitana di Palermo, 1011 m s.m., patrono San Cataldo 10 maggio, nel Parco delle Madonie,
chiesa madre di San Nicola, affiancata da un grandioso campanile trecentesco, con relativa cripta dei preti morti, oggi collegata con l'imponente Torre detta dei Ventimiglia
La Cripta delle Mummie di Gangi, conosciuta anche come il Museo della Morte o la Cripta dei Preti A Fossa di Parrini, è un luogo in cui sono conservati, in perfetto stato, un centinaio di corpi mummificati di ecclesiastici. La cripta è situata nei sotterranei della chiesa di San Nicolò a Gangi
le chiese dell'Abbadia (sec. XVIII), di San Paolo, di San Cataldo e tra gli edifici civili,

A Cravaccata, il Carnevale di Gangi. Il martedì grasso a Gangi, in provincia di Palermo, si festeggia il Carnevale, con la tradizionale manifestazione A Cravaccata, l’originalità di quella gangitana ha fatto si che venisse inserita nel calendario delle manifestazioni nazionali. Consiste in una sfilata di cavalieri mascherati e carri allegorici che percorrono le vie del centro storico fino ad arrivare in Piazza del Popolo.

Vivere in Assisi, Quartiere Monte a settembre, Gangi, nell'incantevole borgo incastonato sulle alte Madonie. La manifestazione, con cadenza biennale è pienamente inserita nel panorama delle rievocazioni medievali più belle di Sicilia.  https://www.facebook.com/rievocazionevivereinassisi/

Sagra della Spiga e Festa di Burgisi, agosto appuntamento con la storia del Borgo di Gangi, dalla più recente a quella che affonda le sue radici nel mito.
La manifestazione si tiene la 1° e  la 2° domenica di agosto, "A Vanniata da Festa": "u Vanniaturi" (il banditore), a cavallo di un asino, nel suo antico costume e con il tipico tamburo, gira per le vie del paese annunciando l'inizio della manifestazione e il relativo programma;
"U Corteo du Zitu": sfilata di figure d'epoca a cavallo per le vie del paese; rievocazione dell'antica usanza da parte della famiglia dello sposo di far visita alla sposa e chiederne la mano;
"A Zuccatina da Zita": commedia d'autore locale in vernacolo che rievoca l'antica maniera di chiedere in sposa una ragazza, https://www.facebook.com/prolocogangi/

Palazzo Mocciaro con i suoi saloni affrescati, in uno dei quali si trova un tondo con la rappresentazione pittorica della Gangi dell’epoca.
Palazzo Bongiorno nel 1756 è uno dei migliori esempi di architettura settecentesca nelle Madonie. Vanta la magnifica decorazione a trompe l’oeil delle sale del piano nobile.
Piazza del Popolo, dominata dalla trecentesca torre dei Ventimiglia con la sua elegante sequenza di bifore gotico-catalane. Era una torre di avvistamento, trasformata in torre campanaria durante la costruzione della chiesa Madre.

Fuori dall'abitato è l'ex monastero benedettino di Gangivecchio (sec XIV), trasformato in masseria.

Sperlinga comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 750 m s.m., patrono San Giovanni Battista 24 giugno,
nella parte alta del paese, adiacente al castello, sussistono, numerose abitazioni ricavate nelle grotte, abitate fin dall'antichità e definitivamente abbandonate attorno agli anni Cinquanta del Novecento.
Notevoli sono i resti del castello normanno arroccato sulla rupe che sovrasta il paese

Il 16 agosto di ogni anno nel suggestivo centro storico di Sperlinga, si svolgono due manifestazioni: la "Sagra del Tortone" ed il Corteo Storico "Dama dei Castelli di Sicilia", le strade e le piazze del paese sono animate dagli spettacoli di sbandieratori, musicisti, saltimbanchi e falconieri. Nel pomeriggio ha inizio la sagra, con la distribuzione di vari prodotti locali tra i quali spicca il "Tortone", un dolce tipico fatto di farina impastata e lievitata, olio d'oliva e cosparso di zucchero e cannella. Nel contempo ha inizio il Corteo Storico, formato da dame e cavalieri in abiti d'epoca rappresentanti le famiglie nobiliari che hanno dominato il castello di Sperlinga.

Il castello di Sperlinga è un raro esempio di castello rupestre, in parte scavato nella roccia e risalente probabilmente al periodo anteriore ai Siculi , in parte costruito sulla stessa roccia, intorno all'anno 1080. È stato sede dei conti Ventimiglia del castello Maniaci fino al 1597, si sono successi diversi proprietari i discendenti lo donarono al comune di Sperlinga nel 1973.
Vi è una scritta in latino scolpita sull'arco a sesto acuto nell'androne del Castello, dal Principe del Castello Giovanni Natoli: "QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT", tale scritta postuma si riferisce alle vicende dei Vespri Siciliani

Sagra del Tortone" ed il Corteo Storico "Dama dei Castelli di Sicilia".  https://www.facebook.com/turismosperlinga/
Nicosìa comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 724 m s.m., patrono San Nicola di Bari 6 dicembre, soprannominata la città dei 24 baroni
Nicosia ha un patrimonio di chiese ed opere d'arte, ereditato dal suo passato di città demaniale,
la basilica di Santa Maria Maggiore fu costruita dopo la frana del 1757 e conserva tra l'altro un grandioso polittico marmoreo di Antonello Gagini (1512) e il cosiddetto “trono di Carlo V” (in cui si sedette l'imperatore quando visitò il paese nel 1535).
La cattedrale di San Nicola, eretta nel sec. XIV e rimaneggiata nei sec. XVI e XIX, conserva della primitiva costruzione il sontuoso portale e la torre campanaria, con eleganti bifore e trifore; sul fianco sinistro si apre il portico quattrocentesco, un Crocifisso attribuito a fra' Umile da Petralia e i pregevoli stalli lignei intagliati del coro (sec. XVII), all'interno presenta il trittico marmoreo del "Redentore" e il fonte battesimale, scolpito in marmo con raffigurazioni di "Adamo ed Eva nell'Eden" di Antonello Gagini, un Crocifisso attribuito a fra' Umile da Petralia.
La chiesa di San Benedetto conserva dell'originaria struttura trecentesca un rosone e il portale,
la chiesa di San Michele Arcangelo, edificata prima del Trecento e successivamente rifatta, sono un San Michele, statua attribuita ad A. Gagini, e un fonte battesimale cinquecentesco.
La chiesa di San Biagio ha l'interno ornato da pregevoli stucchi (sec. XVIII) e custodisce un trittico in marmo di A. Gagini (1510).

Presso la Collina dei Baroni", ovvero la collina di S. Giovanni dove si concentrano alcune ville sette-ottocentesche, tra cui "La Motta Salinella", "La Motta S. Silvestro", "La Via".

Nei dintorni di S. Giacomo, raggiungibile dalla S.S.120, si scorgono stupende ville in stile liberty, come la villa "Li Destri" (contrada Pietralunga), "La Speciale di Mallia", "La Pidone".

Nicosia in Fiore a maggio. Ogni anno in primavera Nicosia si arricchisce con la tradizionale infiorata, https://www.facebook.com/people/Fidapa-Nicosia/100064820977564/

"Madonnari di Sicilia" a Nicosia a settembre, il concorso con la partecipazione di vere firme dell’arte del gessetto, artisti provenienti da tutta Italia.
Il concorso sarà un evento all'insegna della tradizione: la memoria popolare, infatti racconta che questa antica arte ha avuto origine lungo la Via Francigena,con alcuni pellegrini poveri che offrivano le loro abilità artistiche in cambio di ristoro e riparo durate il cammino verso la Terra Santa, https://www.facebook.com/megapixelnicosia/

Corteo Storico "Carlo V visita Nicosia" ad ottobre . A Nicosia sfila il Corteo storico che rievoca la visita di Carlo V in città nel lontano 14 ottobre 1535, rievocazione storica con sfilata in costume, un lungo corteo di cavalieri, Dame e Signori e di Confratelli di 12 quartieri di Nicosia (nel 1700 c'erano ben 34 confraternite), sfila per le vie della citta'. La manifestazione si conclude a sera inoltrata in piazza Garibaldi, dove le confraternite si sfidano facendo volteggiare con destrezza u palio un bastone di 4 metri con appeso un drappo riccamente decorato, simbolo della confraternita.

Sagra del Nocattolo tra i Prodotti Tipici a Nicosia a settembre. Percorso enogastromico degustazione prodotti del territorio Esibizione Carretti Siciliani, mostre e musica, il “Nocattolo” è un dolce tradizionale dalla storia antica,    https://www.facebook.com/people/Info-Tourism-Nicosia-Sicilia/100043691720988/
Leonfòrte comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 603 m s.m., patrono Madonna del Carmine 16 agosto
Per la sua posizione baricentrica fu preso come riferimento dagli arabi per dividere la Sicilia in tre Valli.
Palazzo Branciforti (1620) è una maestosa costruzione a pianta quadrata, con portale a bugne e sovrastante balcone riccamente ornati.
Al sec. XVII risale anche la chiesa del convento dei Cappuccini, che conserva l'Elezione di san Mattia, pregevole dipinto di Pietro Novelli (1640), due statue gaginesche, la lastra tombale di Nicolò Placido Branciforti e il sarcofago marmoreo della moglie Caterina (1635).
La chiesa matrice di San Giovanni Battista fu iniziata nel Seicento e terminata nel secolo successivo, un prezioso organo a canne realizzato dal celebre maestro organaro Donato del Piano nel 1740, esso presenta oltre cinquecento canne divise in dieci registri.
La chiesa di San Giuseppe, sotto il pavimento della chiesa è collocata una cripta funeraria. In essa furono tumulati i defunti della comunità ecclesiale di San Giuseppe fino al 1885,
La chiesa di San Giuseppe custodisce al suo interno un organo a canne, costruito dall'acese Sebastiano Calcerano Platania nel 1866 su commissione della confraternita della SS. Trinità operante nella chiesa di San Giuseppe. È collocato nella cantoria posta di fronte all'altare maggiore.
La Granfonte (sec. XVII) è una monumentale fontana con 24 cannelle sormontate da altrettante piccole arcate.
Sulla cima della montagna si trovano i resti di un villaggio preistorico, e, sulle pendici, i ruderi del  “Cummintazzu”, antico eremo di monaci denominato S.Maria di l’Artisina

Sagra delle Pesche e dei prodotti tipici a Leonforte a 30 settembre La manifestazione a ricorrenza annuale, che si svolge il primo fine settimana di ottobre, ha l'intento di promuovere e valorizzare i prodotti tipici leonfortesi. https://www.sagradellepesche.it/
Ènna capoluogo del Libero Consorzio Comunale omonimo, 931 m s.m., patrono Maria Santissima della Visitazione 2 luglio. Città della Sicilia posta nella sezione centrale dei monti Erei, quasi al centro della regione: è il più elevato capoluogo di provincia italiano.

Il castello di Lombardia deriva il proprio nome da una colonia lombarda stanziatasi nel quartiere vicino al tempo dei Normanni. Eretto in epoca sveva e rimaneggiato dagli Aragonesi, presenta una pianta irregolare, la cinta muraria in parte restaurata e difesa dalle sei delle venti torri originarie (spicca la torre Pisana, merlata, la più elevata e meglio conservata, da cui si gode un vastissimo panorama), i tre cortili (quello degli Armati o di San Nicola, trasformato in un teatro all'aperto, quello della Maddalena e quello di San Martino o dei Condottieri) e parte dell'abitazione di Federico III d'Aragona.
Presso il castello sono i resti appartenenti forse al tempio di Cerere, ricordato da Cicerone. Al lato opposto della città svetta la torre di Federico II, eretta nel sec. XIII forse su una più antica fortificazione e restaurata da Federico II d'Aragona nel sec. XIV; a pianta ottagonale, è impostata su tre piani con copertura a volta e raggiunge i 24 m d'altezza.
Il duomo, preceduto da una scalinata, conserva della primitiva costruzione del 1307 il transetto e le tre absidi poligonali; distrutto da un incendio, fu ricostruito nei sec. XV-XVI. L'interno, a croce latina a tre navate su colonne di basalto nero, custodisce interessanti opere d'arte: le statue dell'Arcangelo Gabriele e l'Annunziata (sec. XVI), la statua della Madonna della Visitazione (secondo la tradizione acquistata a Venezia nel 1412), nel presbiterio tele di Filippo Paladino, un ricco pulpito marmoreo del Seicento e organi dalle ricche cantorie lignee (sec. XVI).
Aragonese il palazzo Pollicarini, i campanili delle chiese di San Francesco d'Assisi (trecentesca ma ampiamente rimaneggiata), di San Tommaso e di San Giovanni Battista.
La chiesa di San Marco, con stucchi barocchi e pavimento in maiolica del Settecento. Il Museo Archeologico di Palazzo Varisano conserva importante materiale archeologico greco e romano, il Museo “G. Alessi”, situato presso il duomo, comprende una sezione numismatica, la pinacoteca e il ricco tesoro del Duomo.

Molto sentiti sono i riti della Settimana Santa, risalenti all'epoca della dominazione spagnola (sec. XV-XVII) e legati alla presenza di quindici confraternite, alcune di origine antichissima, come quella del Santissimo Salvatore e del Rosario. Il 2 luglio, per i festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Visitazione, la statua della patrona, interamente ricoperta d'oro, viene trasportata con una grande “bara” del sec. XVI, chiamata “nave d'oro”, portata a spalla da 216 confrati, chiamati in dialetto i “nudi”, poiché un tempo portavano soltanto una fascia bianca che cingeva i lombi.

Pergusa è una frazione della città e dista 10 km dal centro. La Riserva Naturale Speciale Lago di Pergusa ingloba il piccolo abitato del villaggio e vanta una ricca avifauna. La frazione dà il nome ad un circuito automobilistico, l'Autodromo di Pergusa, nel quale venne disputata l'unica edizione del Gran Premio del Mediterraneo di Formula 1 il 27 agosto 1961. https://www.autodromopergusa.it/

La villa romana di contrada Geraci è una villa romana situata nei pressi di Enna

Il Santuario di Papardura. Luogo di intense suggestioni, il Santuario di Papardura, costruito nel 1660, è incastonato a sud ovest nella rocca del Calvario.  https://www.santuariopapardura.it/

Settimana Federiciana a luglio a Enna, umbilicus Siciliae e cuore palpitante del Mediterraneo, durante la Settimana europea federiciana, manifestazione che riporta il capoluogo più alto d’Italia indietro nel tempo, al 1.200, nei gloriosi anni del governo dell’imperatore Federico II che scelse Enna come sua dimora estiva.
La Settimana Federiciana celebra la figura di Federico II di Svevia, attraverso convegni, letture, giochi e mercati medievali, tornei di tiri con l'arco, esibizioni artistiche ed il grande corteo storico. La manifestazione, che si ripete ogni anno ad Enna nei luoghi storici dove dimorò il grande Imperatore Federico II di Svevia,


Piazza Armerina comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 697 m s.m., patrono Madonna delle Vittorie 15 agosto, è nota come la Città dei Mosaici e del Palio dei Normanni.
È un'antica città d'impianto medievale con un pregevole centro storico barocco e normanno.
L'abitato è dominato dalla mole del castello aragonese (fine sec. XIV), a pianta quadrata e con massicci torrioni quadrati agli angoli.
Il duomo fu ricostruito, inglobando i resti della primitiva chiesa quattrocentesca, fra cui il campanile; tra le opere d'arte (sec. XVI-XVII) che vi sono custodite spiccano un Crocifisso su tavola, dipinto su entrambe le facce, del cosiddetto Maestro della Croce di Piazza Armerina (1485), una custodia d'argento sbalzato (1625) che contiene una Madonna delle Vittorie bizantineggiante e la tela dell'Assunta (1612) di Filippo Paladino.
La chiesa di San Pietro (sec. XVI), di stile tardorinascimentale, all'interno è impreziosita da un soffitto in legno settecentesco e da sculture gaginesche, la chiesa di Sant'Andrea (tardo sec. XI), a croce egizia, conserva affreschi dei sec. XII-XIII.
Palazzo Trigona della Floresta e di San Cono è un importante palazzo nobiliare di Piazza Armerina. Fu progettato e realizzato dall'architetto Orazio Torriani nella metà del XIII secolo. Sorge sulla sommità del centro storico accanto alla Cattedrale di Maria Santissima delle Vittorie. Oggi è sede degli uffici del Parco Archeologico della Villa romana del Casale e accoglie il Museo della Città e del Territorio.
Nella Biblioteca Comunale è conservato il Libro dei privilegi concessi dai re di Sicilia dal Trecento fino alla metà del Settecento; annesso alla biblioteca è l'antiquarium, che ospita oggetti in bronzo e terracotta e una raccolta d'armi (fucili della prima guerra mondiale e spade).

Sul suo territorio si trova la Villa romana del Casale con i suoi famosi mosaici, dal 1997 Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

In occasione della festa patronale si svolge il Palio dei Normanni, rievocazione storica della conquista della città da parte del conte Ruggero I d'Altavilla nel 1062. Il Palio dei Normanni è una rappresentazione in costume di un fatto storico accaduto circa mille anni fa. Si svolge tutti gli anni a Piazza Armerina, nel cuore della Sicilia, nei giorni 12, 13 e 14 agosto, dal 1952, quando venne realizzata la prima edizione sotto questo nome. Infatti la manifestazione che oggi conosciamo affonda le sue origini tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, quando le allora dodici confraternite della città organizzarono per la prima volta un corteo storico in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima dell'Assunta, oggi "Maria Santissima delle Vittorie", noto come la "Cavalcata", appellativo che ancora oggi è usato dagli abitanti per indicare il Palio. Il Palio dei Normanni di Piazza Armerina è la più importante ricostruzione di storia medievale del Sud Italia, con oltre 600 figuranti.

Parte del territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda, vasto complesso di archeologia industriale e le apparecchiature un tempo utilizzate per l'estrazione dello zolfo.


Aidóne comune del Libero Consorzio Comunale di Enna, 800 m s.m., patrono San Lorenzo Martire 10 agosto
Il duomo di San Lorenzo,  dirimpettaio del Castello, il complesso monastico di San Domenico, fondato dal Beato Vincenzo da Pistoia nel 1419,
la più recente Chiesa di San Vincenzo Ferreri caratterizzata da una magnifica facciata a bugne adamantine,
la piazza del palazzo di città, arricchita da un mirabile intervento architettonico pubblico qual’è il Palazzo Comunale costruito nel XVIII secolo e chiesa di San Leone Papa.

La Torre Adelasia di Aidone oggi costituisce la torre campanaria dell'annessa Chiesa di Santa Maria La Cava, ma in origine era una delle torri di difesa lungo le mura

la chiesa di Sant'Anna, con un bel Crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia, e la chiesa romanica di Sant'Antonio Abate.

Il Castello di Pietratagliata di Aidone è conosciuto anche come Casteddu di Gresti, dal nome della contrada in cui è stato eretto.
La denominazione "Pietratagliata" invece si riferisce alla presenza degli ambienti tagliati nella roccia, la struttura esistente è di epoca arabo-normanna

Aidone ospita il Museo archeologico regionale, situato nei locali dell’ex convento dei Cappuccini.
Parte del territorio comunale è compreso nel Parco Minerario Floristella-Grottacalda, vasto complesso di archeologia industriale, in cui sono visibili le strutture e le apparecchiature un tempo utilizzate per l'estrazione dello zolfo.   http://www.enteparcofloristella.it/

A pochi chilometri a E di Aidone, inoltre, in un ambiente naturale perfettamente conservato, si trovano le rovine dell'antica città di Morgantina.
L’Area Archeologica di Morgantina si sviluppa su un’altura nei monti Erei, la città fu infatti abbandonata nel I secolo d.C., si trovano i resti dell’antico santuario tesmoforico di Demetra e Kore.
Nell’area di Contrada Serra Orlando si sviluppò, sotto il l’impero di Ierone II, il nuovo abitato edificato a seguito della distruzione dell’acropoli nel 459 a.C..
L’area presenta diversi imponenti monumenti i cui resti sono tutti databili a partire dal III secolo a.C..:
l’agorà, con le stoài est ed ovest; il Ginnasio; il pritaneion; il bouleuterion; il teatro e l’ekklesiasterion; due edifici termali la cui copertura a volta delle terme nord si ipotizza possa essere legata al nome di Archimede. A completare l’area i resti di due granai pubblici, la fontana monumentale edificata nella stoà est e una serie di abitazioni private a peristilio, tra cui la cosiddetta Casa del
Ganimede, così chiamata per la presenza di un mosaico figurato di Ganimede del III secolo a.C., uno dei più antichi in Sicilia.
Il teatro ospita periodica


Presso il teatro manifestazioni, https://www.facebook.com/barbablufest/

A pasta 'nta maidda" ad Aidone, all'interno della manifestazione esposizione di prodotti tipici locali, degustazioni, spettacoli.


Il Carnevale di Aidone è definito il carnevale più lungo perchè si festeggia fino al sabato successivo al martedì grasso, si balla lo Scotz è un antico ballo siciliano che viene ballato ad Aidone in occasione del Carnevale, La consuetudine prevede che ci sia un “capo maschera” che chiede al “padrone” due balli e alla fine prima di andare via si toglie la maschera per farsi riconoscere ed avere in premio un bicchiere di liquore.  I ballerini si esibiscono al ritmo scatenato dello scotz, un ballo simile alla polka. Questo antico ballo figurato, si può ballare a coppie singole o di gruppo un divertente gioco di scambio di coppie, salti e giravolte, al ritmo dello scotz.
Caltagirone comune della Città Metropolitana di Catania, 608 m s.m., patrono San Giacomo 25 luglio
L'aspetto barocco degli edifici dovuto alla ricostruzione settecentesca viene esaltato dall'impianto urbanistico medievale, con strade tortuose e scalinate, l'opera architettonica più spettacolare è la scalinata di Santa Maria del Monte, costruita nel 1608 su progetto di Giuseppe Giacalone, ha 142 scalini e unisce la città alta alla città bassa, superando un dislivello di circa 50 metri; il rivestimento ceramico, del sec. XX, con decorazioni geometriche, floreali e figurative, rappresenta in successione gli stili arabo, spagnolo e rinascimentale, ripercorrendo la storia della tradizione ceramica locale.

Durante la festa patronale a giugno, si ripete la tradizione della “Luminaria”: la grandiosa scalinata di Santa Maria del Monte viene illuminata da migliaia di lucerne a olio che formano disegni ornamentali; sempre sulla scalinata viene allestita in maggio “La Scala Infiorata”, fino ai primi di giugno, un omaggio alla Madonna di Conadomini, compatrona della Città di Caltagirone. Lungo la monumentale Scala di Santa Maria del Monte, sarà visibile l’Infiorata, con piante e fiori dalle varie sfumature di colore a comporre un disegno ogni volta diverso.

La Corte Capitaniale opera dei Gagini, il Palazzo Senatorio, sede della Galleria Sturzo, il palazzo Gravina, con decorazioni a grottesche, e l'ex carcere Borbonico, che ospita il Museo Civico.
I giardini pubblici furono realizzati su progetto di G. B. Basile, da cui si accede al Museo della Ceramica.
La chiesa Santa Maria del Monte, conserva la bizantina Madonna di Conadomini, chiesa San Giacomo, di origine normanna ma rifatta tra i sec. XVII e XVIII, a tre navate, custodisce preziose opere d'arte, tra cui lo stemma marmoreo della città, l'arca argentea con le reliquie del santo, il portale delle reliquie e l'arco della cappella del Sacramento,
la chiesa del Gesù, decorata, con una Natività di scuola fiamminga e una Pietà di F. Paladino,
la chiesa di San Giorgio, con il campanile medievale e una Trinità, tavola fiamminga,
la chiesa del Salvatore, a pianta ottagonale, che conserva le spoglie di don Luigi Sturzo,
la chiesa di San Francesco, originaria del sec. XIII, con la sagrestia gotica.
Il duomo di San Giuliano, risalente al periodo normanno, fu ricostruito all'inizio del sec. XX.  

è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme ad altre città del Val di Noto




Ragusa capoluogo del Libero Consorzio Comunale omonimo, 502 m s.m., patrono San Giorgio ultima domenica di maggio e san Giovanni Battista 29 agosto, è chiamata la "città dei ponti"
Il nucleo urbano è articolato in due zone distinte, unite da una suggestiva e lunga scalinata costruita nel sec. XVIII. Ragusa Inferiore o Ibla, dalla struttura urbanistica tipicamente medievale e barocca, costituisce il nucleo di più vecchio domina i valloni delle cave di San Leonardo e di Santa Domenica dall'alto di uno sperone allungato, dove fu ricostruita dopo il terremoto del 1693. Sull'adiacente collina, fu fondata la città nuova, Ragusa Superiore, con regolare pianta a scacchiera.

Per i suoi monumenti barocchi, Ragusa è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Il principale monumento di Ragusa Superiore è la cattedrale di San Giovanni Battista (sec. XVIII), dalla grandiosa facciata barocca; conserva, nell'interno riccamente adornato, interessanti pale dei sec. XVIII e XIX e cappelle ottocentesche con decorazioni a stucco.

Tra gli edifici civili spiccano i palazzi Cosentini, Nicastro, Lupis, Zacco e Bertini.
La chiesa di Santa Maria delle Scale o delle Cateratte si trova sulla scalinata che unisce le due parti della città; fu ricostruita dopo il 1693 sulla primitiva chiesa trecentesca, di cui conserva un portale e un pulpito gotici posti alla base del campanile e, all'interno, quattro cappelle collegate da arcate gotico-catalane e rinascimentali. Ragusa Ibla si presenta nelle forme barocche della ricostruzione settecentesca e conserva significative testimonianze architettoniche.
La chiesa di Santa Maria dell'Idria (1626, ricostruita nel 1739) presenta una singolare torre campanaria rivestita in ceramica policroma di Caltagirone

Il duomo di San Giorgio, ha una monumentale facciata convessa a tre ordini, con cupola neoclassica ornata da colonne (1820) e presenta un'artistica cancellata in ferro battuto, che delimita la scalinata.

La chiesa di San Giuseppe ha una facciata molto simile al duomo; l'interno, a pianta ellittica,  Dell'antica chiesa di San Giorgio Vecchio resta uno splendido portale del sec. XIV in stile gotico catalano.

Singolare è la processione in onore di San Giorgio, patrono di Ragusa Ibla: la statua equestre del santo, fatta in cartapesta, consente ai portatori di danzare quasi a passo di musica, facendo compiere al simulacro varie evoluzioni, fino a lanciarlo in aria e a riprenderlo al volo.

Camarina itinerari e luoghi, situata presso la costa sudorientale della Sicilia, nei pressi della foce del fiume Ippari
Di essa oggi non rimangono che rovine e importanti reperti archeologici, i resti attuali sono di grande interesse archeologico, e testimoniano la vastità dell'antico sito.

A pochi chilometri da Ragusa troviamo il Castello di Donnafugata, in realta' una grande villa, con il suo parco che puo' essere considerato uno dei pochi giardini storici di grande pregio tuttora esistenti in Sicilia. https://castellodonnafugata.org/   Il Museo del Costume di Ragusa, che ha sede presso il Castello di Donnafugata, custodisce una preziosa collezione di abiti e
accessori appartenuta a Gabriele Arezzo di Trifiletti.

A Tutto Volume Libri in Festa a giugno a Ragusa. Il festival aprirà la stagione dei grandi eventi estivi e riconsegnerà le piazze ai libri, ai lettori e agli autori. https://www.atuttovolume.com/

FAM - Fiera Agroalimentare Mediterranea presso il Foro Boario di C.da Nunziata a Ragusa a settembre. La struttura della manifestazione conferma la presenza dei tradizionali settori della zootecnia, della meccanizzazione agricola, dell’agroalimentare, e dei settori avviati negli ultimi anni come l’agriturismo, il florovivaismo il salone del vino e dell’olio siciliano.  https://www.facebook.com/famragusa

Ibla Buskers - Festa di artisti di strada ad ottobre. L’arte di strada torna alla ribalta nel cuore del barocco, nelle strade, le piazze e le rue di Ragusa Ibla. Tanti spettacoli da gustare, atmosfere da scoprire, artisti da apprezzare. A Ibla arriveranno i maestri dell’arte di strada da tutto il mondo: funamboli, giocolieri, teatranti e musici  https://www.iblabuskers.it/

Mòdica comune del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, 296 m s.m., patrono San Giorgio 23 aprile e san Pietro Apostolo 29 giugno.
La cittadina è divisa in due parti: Modica Alta, la città medievale digradante tra le case suggestivamente disposte a gradinata, e Modica Bassa, collegate tra loro da un'ampia scalinata e dal corso San Giorgio, tramite il ponte Guerrieri, uno fra i più alti d'Europa.

Per le sue architetture barocche Modica è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, insieme ad altre città del Val di Noto.
La mattina di Pasqua si svolge il rito della cosiddetta “Madonna Vasa Vasa”

A Modica Bassa il rosone, due-trecenteschi, della chiesa del Carmine, che conserva un gruppo marmoreo, l'Annunciazione, di Antonello Gagini,
la chiesa di Santa Maria del Gesù (sec. XV), dal bel portale gotico-catalano,
chiesa di Santa Maria di Betlem, la cappella del Sacramento o Cabrera (sec. XV-XVI) che, nella sua particolare struttura a pianta quadrata, sormontata da cupola con pennacchi arabeggianti su base ottagonale.
L'ottocentesco palazzo De Leva conserva nel suo piccolo giardino un pregevole portale gotico.
Notevole è anche la settecentesca chiesa di San Pietro, con scenografico prospetto e scalinata fiancheggiata dalle statue degli apostoli.
Da non perdere a Modica è la magnifica Duomo di San Giorgio, un capolavoro rococò posto in cima ad una monumentale scalinata di 260 gradini. Questa chiesa è un tripudio di stucchi, decori e opere d’arte, sia all’esterno che all’interno.
La Chiesa di San Pietro, situato lungo il corso principale nella Città Bassa e sovrastata dalla Rocca del Castello dei Conti.

A Modica Alta, nel tessuto edilizio tardobarocco, domina il duomo di San Giorgio, ricostruito nel 1738. Ha una maestosa facciata, all'interno, sull'altare maggiore, si possono ammirare una grande polittico di dieci pannelli con Episodi del Vangelo e della vita di San Giorgio, di Bernardino Niger (1573) e la meridiana pavimentale. La più alta costruzione della città è la chiesa di San Giovanni Evangelista, con imponente facciata ottocentesca preceduta da una scenografica scalinata.

Nell'ex convento dei Mercedari (sec. XVIII), sono ubicate la Biblioteca Comunale, il Museo Civico “F. L. Belgioioso” e il Museo Ibleo delle Arti e delle Tradizioni Popolari.

Choco Modica è la manifestazione che celebra il simbolo enogastronomico della citta di modica: il cioccolato di Modica IGP

Per un tuffo in un passato più recente visitate il Museo Casa natale Salvatore Quasimodo, lo scrittore premio Nobel originario di Modica. Casa natale di Salvatore Quasimodo, La stanza della poesia, Tra vicoli e poesia”: percorso guidato tra le vie del centro storico di Modica, per andare alla scoperta delle poesie di Quasimodo scritte su delle maioliche, https://www.casaquasimodo.it/

La chiesa di Santa Maria del Gesù e il vicino convento, conserva uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine variamente decorate e ognuna diversa dall'altra.

Ìspica comune del Libero consorzio Comunale di Ragusa, 170 m s.m., patrono Madonna del Carmine 17 luglio.
La chiesa di Santa Maria Maggiore (sec. XVIII), dalla facciata arricchita da una bella cancellata in ferro battuto, conserva un notevole ciclo di affreschi,  l’interno è a croce latina, a tre navate divise da pilastri, preponderante è il ruolo degli affreschi eseguiti tra il 1763 e il 1765 da Olivio Sozzi.  

Il loggiato del sinatra basilica di santa maria maggiore nel 1749, egli sviluppa temi architettonici concavo-convessi in una prospettiva urbanistica. Le 23 aperture del loggiato, inframezzate da lesene, formano un elegante e delicato diaframma tra il prospetto e l’antistante illimitato orizzonte.
L’architetto Vincenzo Sinatra, firma i disegni del loggiato antistante la basilica di Santa Maria Maggiore nel 1749.
La chiesa madre, dedicata a San Bartolomeo, e quella dell'Annunziata  risalgono al sec. XVIII.
la chiesa del Carmine e il convento annesso, al centro della facciata vi è il portale, decorato con alcuni bassorilievi, probabilmente recuperati dall’edificio precedente, i bassorilievi che raffigurano Sant’Angelo e il Venerabile Statella bassorilievi che raffigurano Sant’Alberto di Gerusalemme e Sant’Alberto degli Abati, la Madonna del Carmelo, patrona della città di Ispica dal 1875.
Questi bassorilievi, integrati con altri due realizzati nel Novecento, raffigurano i padri carmelitani sant’Alberto di Gerusalemme, sant’Angelo, Sant’Alberto degli Abati e il Venerabile Statella.
nella chiave di volta del portale centrale è un puttino che regge la data 1632 e, poco più in alto, vi sono altri due puttini che reggono lo stemma della famiglia Statella, divenuto stemma della città di Ispica, anche questi antecedenti al terremoto. Il timpano spezzato del portale centrale incornicia la parte bassa del finestrone che è sovrastato da una nicchia con colonne tortili nella quale si conserva la statua della Madonna del Carmelo, patrona civitatis dal 1875. L’interno della chiesa è a navata unica e sulle pareti laterali vi sono otto cappelle, quattro per ogni lato. Le cappelle sono decorate con colonne tortili e stucco e conservano diversi dipinti. Sul lato destro della navata vi è il mausoleo del Venerabile Statella, datato 1758. Esponente della famiglia dei marchesi Statella.
Sempre sul lato destro, a ridosso dell’altare, vi è un pulpito ligneo poligonale, uno dei pochi elementi precedenti al terremoto, sul quale vi sono raffigurati i santi Angelo, Alberto, Elia e Telesforo.
L’altare principale della chiesa, con una struttura concava con colonne corinzie, ospita la statua lignea della Madonna del Carmelo, realizzata nel 1860 dallo scultore palermitano Bagnasco. La statua raffigura la Vergine che tiene in braccio il bambino e le chiavi della città. Entrambi portano una corona e le insegne mariane. Il simulacro viene portato in processione il 16 luglio o la domenica successiva in occasione dei festeggiamenti per la patrona organizzati dalla Confraternita della Madonna del Carmine. Il convento ha una facciata molto semplice su due livelli.

palazzo Bruno di Belmonte, sede municipale, è uno dei più notevoli edifici liberty della Sicilia, progettato dall'architetto Ernesto Basile.

All'interno del parco archeologico della Forza, in una grotta, è stato allestito un interessante antiquarium. Singolare è la galleria detta “Centoscale”, un tunnel di 280 gradini scavati nella roccia, costruito per scendere sotto il livello del fiume e attingervi acqua soprattutto in caso di assedio.

L'ultimo fine settimana di maggio, la piazza antistante la cinquecentesca Chiesa di Sant'Antonio Abate ad Ispica, si riveste di uno stupendo tappeto di sabbia variopinta: l'INSABBIATA.   http://www.insabbiata.it/       https://www.visitispica.com/


Nòto comune del libero consorzio comunale di Siracusa, 152 m s.m., patrono San Corrado Confalonieri 19 febbraio e ultima domenica di agosto,

Noto, il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanitàda parte dell'UNESCO, insieme con le altre città tardo barocche del Val di Noto,

Noto antica el'area archeologica di Castelluccio, è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell'Asinaro, il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò
distruzione morte, ma diede impulso alla ricostruzione. L'antica Noto è a una decina di chilometri a nord-ovest, le rovine sommerse nella vegetazione.

Noto antica
Percorrenza Km 25.
Dal centro storico di Noto si procede verso la zona collinare di San Corrado fuori le mura, superato lo stupendo santuario della Madonna della Scala, a circa 3 Km. si ammirano il monte Alveria e le possenti mura cinquecentesche di Noto Antica. Il primo insediamento umano si fa risalire alla cultura castellucciana, ossia all’Età del Bronzo Antico (XVIII - XV sec. a.C.). Dalla stradina, prima di arrivare al piccolo ponte sul torrente Salitello, si può ammirare la necropoli sicula appartenente, secondo il Bernabò Brea, al quarto periodo (730 - 650 a.C.), chiamato del Finocchito, caratterizzato da tombe scavate nella roccia. Sempre lungo il banco roccioso di destra, prima di arrivare alla porta della Montagna, si possono visitare la Grotta del Carciofo, catacomba ebraica che riporta il candelabro a sette bracci, e l’ampia Grotta dalle Cento Bocche, catacomba bizantina.
Varcata la Porta d’entrata dell’antica Noto, a sinistra si apre un grande ambiente incorporato dalle mura, che era la Sala d’Armi con le scuderie, a destra si eleva il Castello con la Torre Maestra voluta nel 1431 dal Duca di Noto Don Pietro d’Aragona, feudatario della Città e fratello del Re Alfonso V il Magnanimo.
Sotto il castello si può visitare una catacomba cristiano-bizantina con arcosoli, scavata nella roccia (VI - VII secolo); subito dopo, sempre a destra, si trova una tomba greco-classica, scavata sotto il Castello.
Al culmine della salita si può ammirare la Valle del Carosello, dove nasce l’Asinaro, e sotto la montagna vi sono le Concerie delle pelli scavate dagli Arabi.
Lungo la strada, a sinistra si apre il sito dell’Ospedale di S. Martino, più conosciuto come Ospedale di S. Maria di Loreto, collegato ad una struttura scavata nella roccia, forse un Oratorio.
Procedendo ancora nel nostro viaggio dentro la Noto Antica, si arriva al palazzo dei baroni di Belludia, di fronte si scorgono i pilastri della Chiesa gesuitica con i ruderi del Collegio, voluto dal barone di Buxello Don Carlo Giavanti.
E’ una bella passeggiata quella che ci conduce alla Piazza Maggiore, il cuore della città nel Cinquecento, sito abbellito da artistiche fontane, e in particolare da quella con la statua del Laocoonte, opera pregevole dell’architetto netino Don Giovanni Manuella, disegnatore dell’Arca argentea di S. Corrado. A destra si trova un altarino con edicola realizzato a ricordo dell’Antica Città.
Dalla Piazza Maggiore si gira a sinistra ed in seguito sempre a sinistra, si arriva al Ginnasio ellenistico-jeroniano (III sec. a.C.), dove i giovani netini si esercitavano nelle attività ginniche: la struttura era stata, in parte, scavata nella roccia e in parte completata in muratura.
L’architrave del Ginnasio riportava la dedica al re siracusano Ierone II e fu rinvenuta e censita dallo studioso tedesco Georg Kaibel, epigrafista, fu asportata nel 1894 a cura del Comune di Noto, ed è esposta nel Museo Civico.
Nell’area sud-orientale del monte, negli Orti del Carmine, si possono visitare due grandi ambienti scavati nella roccia nel III sec. a.C. ed utilizzati come Heroa, un culto orientale degli eroi domestici, e rilevabile nelle nicchie scavate nella roccia ad edicole e coperte con le "pirakes", tavolette votive, in marmo scolpito o in legno dipinto.
Ritornando nella Piazza Maggiore, si prosegue diritto fino all’Eremo di S. Maria della Provvidenza (1723), dal quale si può ammirare la Valle del Durbo o dei Platani. La chiesa è piccola, graziosa e a navata unica.
I palazzi sono maestosi, tutti costrui nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, candida e rosata alla luce del tramonto. La città viene costruita come se fosse una scenografia, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto.
L'asse principale è corso Vittorio Emanuele, scandito da tre piazze in ognuna delle quali si trova una chiesa: S. Francesco all'Immacolata, preceduta da un'imponente scalinata, il Monastero dei SS. Salvatoreo, il Convento di S. Chiara. Piazza Municipio è la più maestosa e movimentata delle tre piazze: si di essa si erge la Cattedrale dall'ampia facciata, scandita da due campanili, che lascia intravedere i resti della cupola. Ai lati della cattedrale il Palazzo Vescovile (XIX sec.) e Palazzo Landolina di Sant'Alfano, sul lato opposto le armoniose linee curve di Palazzo Ducezio.

L'area archeologica del Castelluccio
Lasciando Noto Antica, s’imbocca, a sinistra, la strada provinciale per Testa dell’Acqua, agglomerato rurale a 4 Km. di distanza, quindi si imbocca la strada per Rigolizia, e dopo 3 Km. si vede la segnaletica turistica per l’ex-feudo del Castelluccio, già dei marchesi Di Lorenzo. La zona, denominata Cava della Signora, fu esplorata da Paolo Orsi sul finire dell’Ottocento.
Ai lati del monte si apre una vasta necropoli, interessante per le tombe a grotticella artificiale o a forno, dove, secondo il rito del tempo, venivano seppelliti i defunti con i corredi funerari.
I materiali rinvenuti sono esposti nel Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.
Di fronte al cancello degli scavi, tramite una scaletta si giunge ad una struttura, una sorta di vestibolo dell’Oratorio bizantino, chiamato Grotta dei Santi. La grotta, scavata in periodo bizantino, presenta una pianta circolare con al centro un pilastro che regge il soffitto, alto 2 metri. All’interno si trova un ciclo pittorico che va dall’VIII secolo fino al Cinquecento. Tra gli affreschi eseguiti sul pilastro è pregevole quello della Madonna, significativo il Gesù Crocifisso, tra immagini sbiadite a causa dell’umidità della parete.
Ancora più giù si può visitare la catacomba detta del Ciclope, al cui esterno si rilevano resti di tombe paleocristiane.
Ripercorrendo la medesima strada per Testa dell’Acqua, giù verso la Serra del Vento, sulla strada per Noto, ci si imbatte nella stradina del Finocchito, villaggio siculo risalente al IV periodo siculo (730- 650 a.C.).

Noto La villa romana del Tellaro
Distanza da Noto Km.10
Dal centro città immettendosi sulla strada Noto - Pachino, si arriva al ponte sul Tellaro, per poi deviare a destra. A circa 100 metri, in contrada Caddeddi, si trova la Villa Romana del Tellaro (IV secolo), pregevole per i mosaici pavimentali.
Per gli esperti sono i pavimenti musivi più belli e artistici d’Italia e sono divisi in vari registri musivi, che rappresentano scene di caccia, il riscatto del corpo di Ettore ed altri temi. La datazione della Villa è legata al rinvenimento di monete di Imperatori Romani del IV sec. d.C. La Villa probabilmente aveva una superficie di circa 5 mila mq. Fu distrutta da un incendio.

Noto I Santuari di San Corrado e della Madonna della Scala
Lasciato l’abito periferico a nord della città, per la strada statale 287, si incontrano numerosi santuari. Il primo ambiente religioso è l’ex Eremo di S. Giovanni in Lardìa, che ospita i Monasteri delle Suore Carmelitane Scalze e delle Suore Benedettine. La strada si snoda ad anse fino a S. Corrado fuori le mura (Km 4 circa), luogo di villeggiatura per molte famiglie netine. Nella parte alta si può visitare la chiesetta dedicata a Maria S. Assunta, e poi, scendendo nella Valle dei Miracoli.
Vi si ritirò il frate francescano Corrado Confalonieri, nobile piacentino, poi canonizzato e riconosciuto come Patrono di Noto. Attraverso un vialetto si procede verso l’Eremo e poi il Santuario settecentesco, che include la grotta che ospitò il Santo, la chiesa, dalla facciata in stile barocco.
Nella chiesetta il visitatore può ammirare la Grotta della preghiera, che ospita la statua marmorea del Patrono, opera pregevole dello scultore Giuseppe Fortunato Pirrone, e la pala dell’altare maggiore raffigurante "La Vergine con il Bambino e S. Corrado", opera del Conca. Alla sinistra della chiesa, sotto l’altare, si trovano i resti mortali di S. Leonzio Martire. Altre curiosità sono costituite dal piccolo Museo degli ex-voto, ricco di prodotti di vario tipo.

La terza domenica di maggio si svolge l'attesa manifestazione della Primavera Barocca, con eventi, concerti, mostre artigianali, cortei in costume d'epoca e la suggestiva “Infiorata
Borgo marinaro di Marzamemi, dotato di un piccolo porto costruito nell'Ottocento, sorge il secentesco palazzo dei principi di Villadorata; molti locali pubblici sono stati ricavati dagli ambienti dell'antica tonnara attorno cui sorse il borgo.

Pachino comune del libero consorzio di comuni di Siracusa, 65 m s.m., patrono Maria Santissima Assunta 15 agosto, Marzamemi e una frazione

Marzamemi : è molto caratteristica, con la sua piazza estremamente romantica, una cena in questo luogo non può mancare, frazione balneare del comune di Pachino, la tonnara di Marzamemi era la più rilevante della Sicilia orientale, molto suggestivo è anche l’Isolotto Brancati, o Isola Piccola, che sorge di fronte al porto. Su questo spuntone di roccia emerso dal mare è stato costruito un elegante villino dalle pareti rosse, Per qualche ora di relax immersi nel verde visitate la Riserva di Vendicari3, a pochi chilometri da Marzamemi. I prodotti tipici di questo villaggio di pescatori sono la bottarga e la ventresca di tonno rosso, si teneva il Festival Internazionale del Cinema di Frontiera ideato e diretto dal regista Nello Correale in piazza Regina Margherita e nella Tonnara a Marzamemi, con proiezioni di film e cortometraggi provenienti dalle diverse zone del mondo, http://www.cinefrontiera.it/, si tiene il https://marzamemicinefest.it/
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