Itinerario strada del vino Alcamo - Itinerari in Sicilia, vuoi visitarla ma non sai da dove iniziare?

Itinerari in Sicilia

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Che tu sia un appassionato di arte, di gastronomia o di natura, la Sicilia ha qualcosa da offrire a tutti. Esplora le strade, immergiti nelle acque cristalline o assapora i sapori autentici.  
Con i nostri itinerari e le nostre raccomandazioni locali, potrai vivere un'esperienza autentica e indimenticabile in questa meravigliosa isola mediterranea.
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La Strada del Vino Alcamo Doc e la Val di Mazara, l'itinerario

La Strada del Vino Alcamo Doc e la Val di Mazara, si sviluppa nella provincia di trapani, tra Erice e Marsala
La strada del vino Alcamo si pone come obiettivo la valorizzazione di un territorio non assai ampio, ma di indiscusso valore per la qualità delle proprie viti. Rientrano all’interno di questo i comuni di Castellammare del Golfo, Gibellina, Calatafimi, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Partinico, Monreale, Camporeale e Monreale.
Un itinerario che non vi deluderà può comprendere la visita ai Castelli, tra il Castello di Calatubo e il Castello dei Conti di Modica (Alcamo), Castello Inici e il Castello arabo Normanno (Castellammare del Golfo), il Castello di Calathamet e il Castello Eufemio (Segesta).

Nell’area del Golfo di Castellammare, le costruzioni che maggiormente caratterizzano il territorio di Castellammare del Golfo, dal punto di vista storico ed architettonico, sono oltre le torri di avvistamento e le tonnare i bagli di epoca araba che si caratterizzano come fattorie fortificate.

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Le viti i vitigni della strada del vino Alcamo e Doc

Le viti, i vitigni della strada del vino Alcamo e Doc

Alcamo bianco
L'Alcamo bianco, prevede l'impiego di uve Catarratto bianco dall'80% al 100%, con l'eventuale aggiunta di Damaschino, Grecanico e Trebbiano toscano, da sole o insieme, in una percentuale massima del 20%. Ha un colore giallo paglierino tenue con leggeri riflessi verdognoli. Si accompagna bene a minestre di verdura, paste asciutte con sughi di pesce, frittate contadine e formaggi ovini freschi. Viene servito a 12-14°C e va consumato preferibilmente entro un anno dalla vendemmia.
Bianco, bianco spumante e vendemmia tardiva: Catarratti, non meno del 60%; Ansonica o Inzolia, Grillo, Grecanico, Chardonnay, Muller Thurgau e Sauvignon, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 40%.
Classico: Catarratto bianco comune e/o catarratto bianco lucido non meno dell'80%; la specificazione "classico" non può essere abbinata ad alcuna altra menzione.

Le viti i vitigni della strada del vino Alcamo e Doc

Le viti, i vitigni della strada del vino Alcamo e Doc

Rosato e rosato spumante. Rosso, rosso novello e rosso riserva.
Alcamo rosso
L'Alcamo rosso si utilizzano uve di Nero d'Avola (min.60%), assieme a quelle di Frappato, Sangiovese, Perricone, Carbernet Sauvignon, Merlot, Sirah, in percentuale massima del 10%. Ha un colore rubino più o meno intenso. Va servito in calici per vini rossi giovani ad una temperatura  di 16-18°C e bevuto entro due-tre anni dalla vendemmia. E' indicato assieme a formaggi stagionati, come il pecorino, a piatti a base di carne di agnello e a salumi.

Le viti i vitigni della strada del vino Alcamo e Doc

Le viti, i vitigni della strada del vino Alcamo e Doc

Bianco Alcamo Classico
Il Bianco Alcamo Classico. Vitigni: Catarratto Comune, Catarratto Lucido, Damaschino, Grecanico, Trebbiano Toscano. Vini Doc: Alcamo.
Alcamo: zona di produzione della Doc Alcamo, nota soprattutto per il Bianco, prodotto da uve catarratto con aggiunta di altr se uve bianche. E' questo il vino bianco più diffuso della Sicilia, perché concorre negli uvaggi per la produzione di altri vini, tra i quali il Marsala, e costituisce la materia prima del vermut. Si abbina bene ad antipasti e piatti di pesce.

Le cantine della strada del vino Alcamo Doc

Se vuoi immergerti nella cultura del vino siciliano, l'itinerario della strada del vino Alcamo è quello che fa per te Questo percorso turistico ti porterà alla scoperta dei vigneti, delle cantine e dei musei del territorio di Alcamo. Potrai conoscere da vicino la produzione del vino ed assaporare i suoi pregiati sapori. Non perdere l'opportunità di vivere un'esperienza unica e indimenticabile nella splendida Sicilia.
I comuni dove le cantine della strada del vino Alcamo Doc che operano, un elenco per conoscere le cantine tra storia arte e cultura per il vino.
La Passione, la manualità, fatta di attese e speranza, l'agricoltura nel rispetto della natura forniscono il miglior vino.
Alcune cantine vinicole su prenotazione offrono degustazioni di prodotti locali, degustazioni di vino, visite in cantine e nel vigneto.
Le cantine

Alcamo e la strada del vino Alcamo

Alcamo comune del Libero Consorzio di Comuni di Trapani, 258 m s.m., patrono Madonna dei Miracoli 19-21 giugno, edifici barocchi e tardobarocchi nel centro storico,
la chiesa intitolata ai Santi Paolo e Bartolomeo, riconoscibile per la sua lunga scalinata
la chiesa del Collegio,  
la chiesa di San Francesco di Paola, in cui sono custodite otto statue del noto scultore palermitano Giacomo Serpotta
la chiesa di Santa Oliva, la chiesetta di San Tommaso,
la chiesa madre, dedicata a Santa Maria Assunta, presenta una facciata neo-classica realizzata con pietra rossa e una cupola che fa da scenario alla statua di Santa Maria Assunta. All’interno rimarrai affascinato dalle sue tre navate, imponenti colonne, affreschi, le opere dello scultore rinascimentale Antonello Gagini e da un Museo di Arte Sacra. Alla fine della navata destra, inoltre, si trova la Cappella della Sacra Spina nella quale è possibile ammirare il reliquiario contenente una spina proveniente dalla corona di Gesù.
Il Castello dei Conti di Modica, costruito intorno al XIV secolo e di proprietà di numerose famiglie feudali, venne utilizzato come residenza e struttura difensiva e quando venne preso in possesso dal comune di Alcamo fu trasformato in carcere e successivamente venne restaurato per ospitare il Museo etnografico, l’Enoteca Storica Regionale, il Museo del Vino e delle Tradizioni e un’esposizione permanente dei pupi siciliani.
Santuario della Madonna dei Miracoli
le Terme Segestane (che gli alcamesi chiamano “Acque calde”

Balestrate e la strada del vino Alcamo

Balestrate comune della Città Metropolitana di Palermo, 35 m s.m., patrono Sacra Famiglia 1° agosto,
la chiesa madre è una costruzione del 1843,

Carnevale di Balestrate il 19, 21 e 26 febbraio 2023. La tradizione più antica del paese di Balestrate (PA), strettamente legata al carnevale, è il Ballo dei Pastori o contradanza mascherata. Il nome è legato a una leggenda tramandatasi oralmente di generazione in generazione. Si dice che nei tempi antichi il carnevale si festeggiasse in due giorni: domenica e lunedì e che un gruppo di pastori non riuscisse mai a partecipare ai festeggiamenti perchè il padrone del gregge non li lasciava mai liberi.  https://www.facebook.com/iiimillenniobalestrate/     https://www.facebook.com/people/Ballo-dei-Pastori/100064061464655/

Sapori di Siccia - Sagra della Seppia a Balestrate a maggio, cultura e alla valorizzazione del territorio. Villaggio enogastronomico e Degustazioni di piatti a base di Seppia. Partendo dalle tradizioni culinarie e popolari e dai due simboli fondamentali di Balestrate, la seppia ed il mare,

Beer Street festival a Balestrate (PA) dal 28 al 30 luglio 2023, un evento interamente dedicato al fenomeno gastronomico più interessante degli ultimi anni: la birra artigianale. Birrifici, rigorosamente siciliani, https://www.facebook.com/beerstreetfest/

Lo stabilimento enologico Ingham (prima metà del XIX secolo)
Lo stabilimento enologico Florio (prima metà del XIX secolo)
Lo stabilimento enologico Woodhouse (seconda metà del XIX secolo)
Calatafimi Segesta comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 330 m s.m., patrono Santissimo Crocifisso 1-3 maggio,  si svolge ogni 5 anni
l'abitato è dominato dai resti del castello medievale, Castello di Eufemio, lo stesso che ancora oggi occupa la cima del promontorio
la chiesa Madre, dedicata a San Silvestro Papa, fu eretta nel sec. XVI,
la chiesa del Crocifisso, con facciata neoclassica,
la chiesa della Madonna di Giubino (1721-34), che conserva, un organo ligneo settecentesco, il trittico marmoreo della Madonna di Giubino, famosa perchè con l'invocazione dello Spirito Santo, venne sconfissa una invasione di cavallette
Casa Museo di Garibaldi a Calatafimi
zona archeologica di Segesta, situato a metà strada tra Palermo e Marsala numerosi resti di edifici come il teatro, il tempio dorico, il santuario di contrada Mango
Monumento Ossario di Pianto Romano
Il presepe vivente,
Il Calatafimi Segesta Festival Dionisiache, che ha rilanciato la cultura del teatro all'aperto nello splendido scenario del teatro

Camporeale e la strada del vino Alcamo

Camporeale comune della Città Metropolitana di Palermo, 425 m s.m., patrono: Maria Santissima Assunta 15 agosto,
La chiesa madre costruita nel 1862-81, in stile neoclassico con tre navate . Affrescata con pitture nel 1954, e recentemente restaurata dopo i danni ricevuti dal terremoto del 1968.
Nel castello esisteva già una chiesa fatta costruire dai Gesuiti. Ma essendo insufficiente per l’accresciuto numero delle persone ed essendo pericolante, nel 1832 la chiesa fu trasferita in un locale più grande. La nuova chiesa fu dedicata a S. Antonio da Padova,
Chiesa Madonna dei Peccatori Sulla collina sovrastante il paese sorge un santuario dedicato alla Madonna dei Peccatori.

Il Palazzo del Principe è sito al centro del paese all’interno del baglio dei Gesuiti, noto oggi come Atrio principe.

"Il trittico di Camporeale": "Il contadino", "Refugium Peccatorum" e "Il falegname". Un percorso artistico e culturale composto da murales nelle vie del centro di Camporeale che tratta tre temi fortemente legati all'identità del paese: l'agricoltura, l'artigianato e la grande devozione dei camporealesi per la Madonna dei Peccatori. Visitando le tre opere è possibile leggere un vecchio canto popolare di amore dedicato a Camporeale: un canto di quelli che pochi vecchi ripetono a fior di labbra; pressoché dimenticato, parla d’affetto, di rispetto, di amore per il proprio paese riportato in un'opera letteraria di Pitrè e Salomone Marino:

"Specchiu di l'occhi mei ca luci tantu,
T'assiddiivu 'mmenzu di tri centu,
T'assiddiivu cu n'amuri tantu,
Allura chi ti vitti'un appi abbentu:
Nun vigghiu, 'un dormu, né manciu, né cantu,
Sempri è supra di tia lu 'nfuddimentu;
E lu me amuri è arrivatu a tantu,
Ca eu ti vinciu, ed autru perdi tempu.
Un itinerario turistico che, tramite le tre opere, porta il visitatore dentro i vicoli e le botteghe artigiane del paese.

Camporeale Days il ad ottobre la manifestazione dedicata alla promozione e valorizzazione delle risorse enogastronomiche, artistiche e artigianali del territorio camporealese e dell'Alto Belice. Wine, food e artigianato sono i protagonisti dell'evento.   https://camporealedays.it/

Marsala comune del Libero consorzio Comunale di Trapani, 12 m s.m., patrono San Giovanni Battista 24 giugno, La costruzione di numerosi edifici civili e religiosi fra il Seicento e il Settecento ha conferito all'architettura cittadina un aspetto prevalentemente barocco. Il duomo, dedicato a San Tommaso di Canterbury, la chiesa del Purgatorio fu eretta in stile barocco, chiesa di San Giovanni, il Giovedì Santo si svolge la Processione del Cristo Morto, accompagnata da gruppi di figuranti in costume d'epoca. A San Pantaleo, una delle isole dello Stagnone, sono visibili i resti della città punica di Mozia

Partinico itinerario la strada del vino Alcamo

Partinico comune della Città Metropolitana di Palermo, 175 m s.m., patrono San Leonardo 6 novembre,
la barocca chiesa matrice dell'Annunziata e la settecentesca fontana di piazza Duomo.

Il Palco Musicale, sito in piazza Garibaldi, è un podio su cui si esibiva la banda musicale durante le manifestazioni patriottiche ed i comizi elettorali.

Palazzo Ram è la più antica masseria di Partinico ancora esistente. Si erge alle pendici del colle Cesarò e domina la piana di Partinico fino al mare. L'edificio fu voluto dai Ram, una potente e nobile famiglia della Catalogna, verso la fine del XVI secolo.

Borgo Parrini è un piccolo borgo con vie colorate, decorate e abbellite da meravigliosi murales.
Le sue origini risalgono agli inizi del '600, quando i Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo acquistarono le terre in alcuni feudi del territorio di Partinico.
Il borgo, divenuto un paese fantasma, venne recuperato da pochi cittadini che dagli anni '70 che hanno continuato a curare il paese. Fra questi c'è Giuseppe Gaglio che ha recuperato alcune proprietà nel paese, ispirandosi all'architettura di Antoni Gaudì.
Il borgo è un museo a cielo aperto: murales e scritte abbelliscono i muri della città. All’interno del borgo si trova anche una casa museo dove scoprire i curiosi motivi decorativi interni e la collezione di manifatture creata da artisti locali.

L'itinerario strada del vino Slcamo Doc inizia nella frazione di Scopello, sorge e si sviluppa attorno ad un antico baglio distante appena 10 km da Castellammare.
Originariamente Scopello era la riserva di caccia del Re Ferdinando III di Borbone, grazie alla sua ricchezza naturalistica e faunistica.
Molto famosi sono i Faraglioni di Scopello, che probabilmente diedero proprio il nome alla frazione.
Direzione Palermo per Scopello, si giunge alla baia di Guidaloca, dominata da una torre cilindrica cinquecentesca, posta a guardia della costa.
Dopo circa cinque chilometri si raggiunge il complesso della Tonnara di Scopello, protetto da due torri, una risalente al Duecento, della quale rimangono pochi ruderi, l'altra opera dell'architetto Camillo Camilliani (XVI secolo). Poco più in alto sorge il Borgo, un incantevole agglomerato contadino sorto intorno al settecentesco baglio che a sua volta, sembra abbia sfruttato preesistenti strutture.
Più in alto, su una rupe che sovrasta il borgo e sulla stessa linea della torre che sovrasta la tonnara, sorge la Torre Bennistra, risalente al XVI secolo.
L'itinerario prosegue in direzione di Visicari, luogo in cui sorge un agglomerato rurale che costituisce un ottimo esempio di architettura spontanea. A pochi chilometri si eleva il Castello di Baida del quale permangono alcuni tratti della vecchia fortificazione, i resti dei torrioni angolari, di forma ottagonale e il prospetto, ancora integro e sormontato da merli. Proseguendo ancora oltre si giunge al settecentesco borgo di Balata di Baida.
A questo punto è necessario tornare sulla SS 187 e proseguire per circa tre chilometri prima di imboccare, a sinistra, la strada che conduce al Castello di Inici a Castellammare del Golfo, dalla quale si raggiunge il Baglio Strafalcello, uno dei più suggestivi complessi architettonici del territorio, dalla cui posizione è possibile ammirare un panorama vastissimo, che va dalla baia di Guidaloca al Monte Erice.
Superato il vicino Baglio Fontana, è possibile imboccare il bivio che conduce al Baglio Lisciandrini. Sembra che alla Santa fosse dedicata la chiesa bizantina collocata all'interno del baglio. Particolarmente interessante la posizione di questo baglio che, strategicamente, si trovava sulla via di collegamento tra Segesta, la Baia di Guidaloca e l'antico sito di Cetaria-Scopello.
La strada che porta al Castello di Inici si caratterizza per i cosiddetti gorghi neri, un corso d'acqua che scorre in una profonda gola. Terminata la salita, si giunge al Castello, sorge nel centro della mitica città di Inico. Nella parte centrale del castello, adiacente alla torre che collega i due cortili, si trova una chiesa; essa potrebbe forse coincidere con la chiesa della Madonna della Mendola, che fu edificata nel 1500.
Fanno parte del sistema difensivo, i castelli di Calatabarbaro, di cui rimangono pochi resti, facenti parte del Parco archeologico di Segesta, l’ingresso al castello costruito sul Monte Barbaro.
Per l'acropoli di Segesta, bisogna seguire la provinciale per circa 16 km, che ci conduce direttamente nell'area archeologica con i templi segestani. Prima di arrivare ai templi ci si può soffermare allo stabilimento delle Terme Segestane, in località Ponte Bagni: qui le sorgenti sulfuree sgorgano in prossimità delle rive del Fiume Caldo. Nelle vicinanze anche un altro impianto termale delle Terme Gorga.
Raggiunta l'area archeologica, ci si può soffermare sulla magnificenza e l'incredibile integrità dei templi, costruiti sui resti dell'antica città degli Elimi.
Il Tempio Dorico risale al V secolo a.C., intorno, il Tempio del III secolo a.C e resti di mura e necropoli. Il Teatro Greco ospita ancora oggi rappresentazioni teatrali.
Il Castello di Calatubo, ormai in rovina, al centro dell’ampia vallata che da Alcamo porta al mare.
Vicino alle Terme segestane ed il Castello Eufemio, nel centro storico di Calatafimi. Il Castello dei Ventimiglia su Monte Bonifato, o castello di Bonifato è un antico castello a quattro torri fatto edificare alla fine del XIV secolo dalla famiglia dei Ventimiglia sulla cima del Monte Bonifato, all'interno della Riserva naturale Bosco di Alcamo, presso la città di Alcamo.
Il Castello dei Conti di Modica, futura sede dell’Enoteca regionale, nel centro urbano di Alcamo.
Il Castello del Principe a Camporeale. Museo/Monumento Palazzo del Principe di Camporeale, l'ingresso è costituito da un arco costruito dai Gesuiti nel 1691 immette nel primo baglio sede delle abitazioni e del grande magazzino della Madonna dove veniva ammassato il frumento del feudo.
Nel secondo baglio sorge la costruzione monumentale del castello costruito dalla nobile famiglia dei Ventimiglia intorno al 1500. La facciata fra mezzogiorno e levante era munita di due torri: una circolare a S. W. e l’altra quadrata a S.E. La prima sormontata da un campanile con un grande orologio cadde nel 1835 ; la seconda torre adorna di piccoli merli cadde nel 1871.
Nel 1778 il castello diventa palazzo baronale, in gran parte restaurato ed oggi sede della Pinacoteca, Biblioteca, Mediateca, Enoteca Comunale, del Museo Camporeale e dell'aula consiliare è un imponente complesso polifunzionale.
L’edificio è un interessante esempio di architettura del XVII secolo, di pregevole rilievo sono i suoi tetti a volte, il colonnato del piano nobile e le capriate in legno della biblioteca, inoltre dalle terrazze che si trovano sul lato meridionale, si può ammirare uno splendido panorama della valle sottostante.
Sul Monte Bonifato, dopo aver attraversato il centro urbano di Alcamo, la Riserva Naturale Orientata “Bosco d’Alcamo” domina l’area del Golfo di Castellammare.
La Riserva naturale Orientata dello Zingaro, si tratta di una fascia litoranea che si estende per circa km. 7 tra i comuni di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo che si spinge dal mare fino oltre la cresta dei rilievi montuosi a quasi mille metri s.l.m.
Dopo avere percorso la SS.113 e la provinciale per la zona archeologica di Segesta si accede all’area boscata di Monte Pispisa. A Nord-Est del centro abitato di Calatafimi da cui dista 4 Km. circa vi è la querceta di Angimbè, di origine naturale.
Nel territorio di Castellammare del Golfo sono da segnalare il bosco di Monte Inici e il Bosco di Scorace, ubicato a cavallo tra i Comuni di Buseto Palizzolo e Castellamare del Golfo.
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