I ciaramiddari: gli zampognari siciliani e le origini
Pubblicato in Feste sagre festività · Mercoledì 11 Dic 2024 · 4:00
Tags: ciaramiddari, zampognari, siciliani, origini, tradizione, musicale, festività, Sicilia, cultura, folklore, musica
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I ciaramiddari: gli zampognari siciliani e le origini
I ciaramiddari, questi affascinanti zampognari siciliani, portano con sé una tradizione musicale che affonda le radici nel cuore dell'isola. Immaginatevi, durante le festività, il suono dolce ed allo stesso tempo malinconico della zampogna che risuona tra le stradine dei paesini, creando un'atmosfera magica.
Ma chi sono realmente i ciaramiddari? Sono artisti che, con le loro melodie, raccontano storie di un tempo passato, di feste contadine e di un legame profondo con la natura.
Le tradizioni musicali connesse alla celebrazione del Natale in Sicilia vedi i ciaramiddari: gli zampognari siciliani e le loro origini.
Siamo vicini al natale ed un suono che molti non conosco è quello dello zampognaro
lo ascoltiamo durante la novena, che altro non sono se atti narrativi suddivisi in nove parti che raccontano le vicende della Natività: una tradizione che continua in Sicilia.
Lo zampognaro è colui che suona uno strumento a fiato, molto simile ad una cornamusa: la zampogna, per l’appunto ma in Sicilia prende il nome di “Ciaramedda”.
La zampogna o ciarameddaè uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni a sacco, dotato di quattro o cinque canne, che vengono inserite in un ceppo, dove viene legato l’otre. L’otre in questione è creato con un’intera pelle di capra o di pecora. Delle cinque canne, solo due sono strumento di canto, mentre le altre servono ad emettere una nota fissa.
Bisogna anche dire che esistono in Sicilia due diverse varietà di zampogna (ciaramedda). In quasi tutta l’Isola è presente la zampogna “a paro”, la cui denominazione si deve all’eguale misura delle due canne melodiche. A questo arcaico aerofono, si affianca uno strumento più “moderno”, riconducibile per fattura e repertorio alla tradizione musicale barocca: la zampogna “a chiave”, esclusivamente diffusa nel territorio di Palermo-Monreale, dove è stata probabilmente importata da Napoli nei primi decenni del Settecento.
La diffusione di questo strumento è da far risalire a epoche molto, molto antiche. Quando ancora gli zampognari, così come figura legata al Natale, non esistevano.
Si crede, dunque, che l’origine sia legata al dio Pan.Il repertorio degli zampognari consisteva in semplici melodie popolari, legate alle festività natalizie. Dal 1754, anno in cui Sant’Alfonso Maria de Liguori inventò “Tu Scendi dalle Stelle”, questa fu una delle canzoni che gli zampognari si tramandarono più spesso.
Le figure degli zampognari si riunirono soprattutto nelle regioni meridionali dell’Italia (Sicilia, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo).
Oggi sono pochissimi i centri urbani che possono vantare la presenza di zampognari.
La scomparsa di un vecchio suonatore, è una perdita, negli anni passati, suonavano per allietare i cittadini durante le feste, e per raggranellare qualche soldo, se l'ascolto avveniva in case private per compensare dello sforzo, in cambio, veniva offerto loro un bicchiere di vino, un offerta di derrate alimentari e qualche soldino.
Spesso questi strumenti di fabbricazione artigianale, venivano realizzati dagli stessi pastori, materiale semplice, ma oggi possono arrivare a costare diverse centinaia di euro, ed ogni ciaramedda ha il suo suono, la propria voce.
Novene, ottave e tridui si celebrano di mattina (a partire dalle sette) e di sera (dall'imbrunire). Le esibizioni avvengono all'interno delle abitazioni dei committenti (davanti al presepe o a immagini sacre) oppure all'esterno se vi si trova collocata un'edicola votiva, ancora talvolta decorata secondo consuetudine con fronde d'agrumi cariche di frutti.
I tre brani (tri caddozzi) in cui normalmente si articola ogni esibizione variano in funzione delle occasioni e delle richieste dei committenti (parrucciani). Il repertorio comprende canti di argomento devozionale.
Giovanni Verga menziona questo rito ne “I Malavoglia”:
«Come s’avvicinava la novena di Natale, i Malavoglia non facevano altro che andare e venire dal cortile di mastro Turi Zuppiddu. Intanto il paese intero si metteva in festa. In ogni casa si ornavano di frasche e d’arance le immagini dei santi, e i fanciulli si affollavano dietro la cornamusa che andava a suonare davanti alle cappellette colla luminaria, accanto agli usci».
E ancora: «Ieri fu il Natale (…). I signori Valentini son venuti tutte le sere della Novena a giocare insieme ai miei parenti. Li ho uditi parlare e ridere nella stanza da pranzo, ove era acceso un buon fuoco, cogli usci ben chiusi, e il vento che mugolava al di fuori, e qualche volta anche la grandine che scrosciava sui tetti. Come devono esser stati felici lì in crocchio, ben caldi, ben riparati, mentre al di fuori faceva freddo e pioveva!».
Fonti di questo articolo:
- Zampognari di Sicilia: https://www.facebook.com/groups/zampognarisiciliani/
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