Il pistacchio o oro verde - Bere e mangiare in Sicilia

Bere e mangiare in Sicilia

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Il pistacchio o oro verde

Pistacchio, l’oro verde di Bronte

Siamo alle pendici dell’Etna a cadenza biennale si ripete il rito della.
Un albero dai rami sottili che fuoriescono dalle rocce laviche. Ma il pistacchio in Sicilia è arrivato da lontano. La “frastuca”, in dialetto siciliano (da fristach o frastuch), è stata portata dagli arabi che, ne hanno iniziato la coltivazione.

Il Pistacchio, tra sacro e profano

Pianta di provenienza persiana, originaria del bacino del Mediterraneo, nell’XI secolo il medico Avicenna parlando dei pistacchi sentenziava: «Usansi i pistacchi nei cibi e nelle bevande che si fanno per madonna Venere». E, infatti, il frutto divenne per secoli, assieme a mandorle e pinoli, ingrediente fondamentale dei cibi “restaurativi” per coloro che soffrivano di deperimento fisico e sessuale.
Se il pistacchio è chiamato ancora oggi “oro verde”, è oltre che per il colore smeraldo, per quelle caratteristiche organolettiche, derivate da un microclima irripetibile, che ne fanno un frutto d’alto pregio.
La pianta del pistacchio arriva a produrre i suoi primi frutti dopo 4 o 5 anni dall'impianto e termina la sua produzione dopo circa 35 anni. Un singolo albero produce da 10 a 25 kg di pistacchi interi quindi compresi di guscio. La raccolta dei frutti avviene dal mese di agosto sino ad ottobre ed è effettuata in modo scalare in più raccolte. I frutti sono al giusto grado di maturazione quando il mallo, cioè la parte più esterna in cui è racchiuso il pistacchio, diventa di colore rosso viola. Da questo momento una leggera vibrazione all’albero permette la caduta a terra dei frutti e quindi la loro raccolta. I frutti sono composti quindi dal pistacchio edibile, dalla pellicola viola che li riveste e da una guscio esterno chiamato mallo.
Solitamente i pistacchi vengono sgusciati e privati della pellicola di colore viola che li ricopre. Il consumo dei pistacchi è solitamente al naturale oppure possono essere salati e tostati. Diventa ingrediente speciale di molti dolci, creme e ricette di pasticceria anche di alta classe essendo riconosciuto come prodotto pregiato per il suo speciale sapore e per le sue proprietà nutrizionali.
Si raccoglie ogni due anni. Solo così la pianta ha il tempo di assorbire dal terreno lavico tutte quelle sostanze nutritive che rilasciano al frutto poi il suo inconfondibile aroma e profumo. Una parte della produzione viene conservata e lasciata in guscio in modo da conservarsi perfettamente anche per l’anno “pari” in cui non avviene la produzione.

Bronte rappresenta, con i territori di Adrano e Biancavilla, la più estesa area di produzione di pistacchi in Europa e insieme a quella di Raffadali

Come riconoscere il Bronte Dop
Il pistacchio di Bronte Dop ha una particolare forma allungata, con chicchi quasi appuntiti. La pellicina della buccia ha un colore che tende al violaceo, con riflessi verde chiaro, a causa della mineralità del sottosuolo, molto ricco di olio. Spaccato, il frutto ha un colore di un verde vivido, mai giallo, e ha un gusto inimitabile, in quando si nutre del terreno vulcanico alle falde dell’Etna, dove lo sbalzo termico tra giorno e notte favorisce la crescita e la dolcezza dei frutti. L’80% del raccolto è destinato alla Dop, garantita dalla dicitura “Pistacchio verde di Bronte Dop”, il resto è pistacchio di Sicilia.

In galleria tutti i frutti del mondo
C’è anche la prima galleria “formativa e informativa” dedicata al pistacchio di Bronte e messo a confronto con tutti quelli del mondo. Qui si raccontano tutte le tipicità del pistacchio di Bronte Dop, il ciclo produttivo, le difficoltà della raccolta ma anche le leggende che ruotano attorno all’oro verde, la storia e una panoramica di personaggi famosi che nel tempo hanno apprezzato questo frutto.
La galleria è all’interno di Antichi Sapori dell’Etna, azienda tra i maggiori produttori di Pistacchio di Bronte Dop, https://www.pisti.it/
l’Italia si colloca agli ultimi posti tra i paesi produttori, la produzione siciliana riesce ad ottenere migliori margini anche a seguito della valorizzazione commerciale intrapresa negli ultimi anni e soprattutto perché continua a risultare qualitativamente migliore. Negli ultimi anni, sono sorte alcune realtà che trasformano la materia prima ed immettono sul mercato il prodotto trasformato.
Ogni anno, l'ultima domenica di settembre e la prima di ottobre, in alcune piazze e vie del centro storico di Bronte si svolge la sagra del pistacchio. Nel corso della Sagra si possono assaggiare ed acquistare i prodotti ottenuti con la lavorazione del pistacchio e i frutti stessi. Ogni anno attira migliaia di turisti provenienti anche dall'estero.



Brónte comune della Città Metropolitana di Catania, 760 m s.m., patrono San Biagio 3 febbraio, situata alla sinistra del fiume Simeto, sulle pendici occidentali dell'Etna, nel cui parco regionale è compresa.
Bronte si estende alle pendici occidentali dell'Etna, è un comune del Parco dell'Etna e del Parco dei Nebrodi, è la città del pistacchio,

La chiesa matrice della Trinità fu formata nel sec. XVI con l'unione di due chiese contigue; conserva elementi romanici, un piccolo portale ogivale e un crocifisso ligneo del 1505;
la chiesa dell'Annunziata (1535) custodisce pregevoli opere d'arte tra cui un gruppo marmoreo policromo dell'Annunciazione, forse di Antonello Gagini;
la chiesa di San Giovanni (1580) ha un pittoresco, massiccio campanile secentesco.
Il collegio Capizzi (1774) possiede una bella facciata rococò. https://www.realcollegiocapizzi.it/

L'abbazia di Santa Maria di Maniace, chiamata anche Ducea di Nelson, Castello di Nelson e Ducea di Maniace,  donata da Ferdinando I a Nelson (1799) e trasformata in sontuosa residenza dai discendenti dell'ammiraglio, che vi abitarono fino al 1981, Al suo interno, oltre al settecentesco palazzo della famiglia, si trova l'abbazia di Maniace che sorge sul luogo dove il generale greco Giorgio Maniace, a capo di truppe bizantine e normanne, sconfisse i saraceni nel 1040. La chiesa, secondo i documenti, venne fondata nel 1174 da Margherita di Blois, moglie di Guglielmo I, e successivamente annessa, insieme con le sue dipendenze territoriali, al monastero benedettino di S. Filippo di Fragalà; interessante esempio di architettura tardo-normanna, ha un bel portale ogivale con capitelli figurati e conserva, nell'interno a navata unica, il soffitto ligneo originale, un polittico di scuola siciliana del XIII secolo raffigurante la Madonna in trono con i Ss. Biagio, Antonio Abate e Lucia e una tavola bizantineggiante di una Madonna col Bambino, che si narra sia stata portata da Giorgio Maniace direttamente dalla Grecia. Il sontuoso palazzo è ora un museo.

Il Venerdì Santo si svolge una processione durante la quale grandi statue sacre vengono portate presso tutte le chiese della città.

le Forre laviche del Simeto sono gole, con pareti di altezza variabile tra i 5 e i 15 metri, scavate dal fiume Simeto nel basalto formatosi in seguito a colate laviche provenienti dall'Etna.


Sagra del Pistacchio ad ottobre, a Bronte, la tradizionale manifestazione dedicata all'oro verde DOP del comune etneo: il pistacchio, il suo gioiello gastronomico. Durante la manifestazione saranno organizzate visite guidate del centro storico di Bronte, mostre, convegni, spettacoli  https://www.facebook.com/expo.pistacchio.bronte.dop
Adrano comune della Città Metropolitana di Catania, 560 m s.m., patrono San Nicolò Politi 3 agosto
Adrano da non perdere il castello ed il monastero di Santa Lucia, il castello edificato nel XI secolo su fortificazioni preesistenti di epoca greca e romana. Alto circa 33 metri, è circondato da una cinta bastionata con torrioni angolari. I saloni furono riadattati in celle quando fu trasformato in carcere. Visitiamo il museo archeologico, la biblioteca e le interessanti collezioni storico-artistiche.

La Chiesa Madre di Adrano, dedicata a Maria Santissima Assunta, è stata edificata in epoca normanna, anche se oggi si presenta con una facciata in stile tardo barocco, e si trova in posizione adiacente alla torre di difesa nell’attuale Piazza Umberto.
Nella maestosa facciata, divisa in tre zone da paraste in pietra, il portale centrale è affiancato da coppie di colonne che sorreggono
un timpano barocco contenente la statua marmorea della Vergine Assunta, alla quale la Chiesa è dedicata.

La Chiesa e il Monastero di Santa Lucia di Adrano costituiscono il più importante complesso architettonico della città.
La fondazione del Monastero benedettino si deve alla contessa Adelasia, nipote di Ruggero, la quale ebbe in dote la Contea di Adernò.
A quel tempo il monastero era ubicato fuori le mura cittadine, vicino la chiesa della Madonna della Consolazione, la chiesa e l'annesso monastero dedicati a santa Lucia furono eretti nel 1596.
La chiesa presenta la facciata, in pietra lavica, suddivisa in tre ordini ed ai lati si ergono due campanili alle cui estremità sono poste rispettivamente due cupole quadrangolari. Al centro del primo ordine è inserito il portale d'ingresso, realizzato con una coppia di colonne binate poste su di un piedistallo, sormontate da un timpano spezzato su cui siedono due angeli. Nella parte centrale del
secondo ordine, è posto un finestrone sormontato da un timpano; ai due lati si rivelano due finestre realizzate in pietra bianca.
Il terzo ordine è costituito da due campanili collegati da una balconata, divisa in tre campi da sei paraste.
L’interno presenta un'unica navata a forma ellittica

Il rifugio Giovannino Sapienza è un ex rifugio alpino situato a quota 1.910 metri s.l.m. sul versante meridionale dell'Etna, nel territorio del comune di Nicolosi (CT). Costituisce di fatto la base della stazione sciistica di Etna Sud, posto al termine della strada che risale il versante sud-est dell'Etna dal catanese con gli impianti di risalita che dipartono al suo fianco con la Funivia dell'Etna.

Nei dintorni il “Ponte dei Saraceni”, di origine romana ma rifatto nel sec. XIV, e il settecentesco Ponte-Acquedotto di Biscari, con trentuno altissimi archi.

Il Castello Solicchiata, sito nell’omonima contrada a pochi chilometri da Adrano, rappresenta il primo taglio bordolese d’Italia
vinificato col metodo francese. Di proprietà di Felice Spitaleri di Muglia, Marchese di Sant’Elia e Barone di Solicchiata, fu edificato
intorno al 1855. Il Barone Spitaleri volle costruire nella contrada un edificio rurale sull’Etna.
Il Castello divenne la più importante industria per la produzione di vino, il cosiddetto Vino Solicchiata.
La bellezza del castello risiede nella sua composizione. Un maniero costruito interamente in pietra lavica, https://www.castellosolicchiata.it/

Biancavilla comune della Città Metropolitana di Catania, 515 m s.m., patrono San Placido 5 ottobre
Situata alle pendici sudoccidentali dell'Etna, nel cui parco regionale è compresa.

Chiesa del Rosario, con ricca facciata, collocata nella centrale Piazza Roma, insieme alla basilica e agli edifici civili, costituisce il centro monumentale della città, edificata intorno al 1660 ed originariamente dedicata a San Rocco. La facciata in pietra calcarea a conci scolpita, opera dell’architetto milanese Carlo Sada, risale all'inizio del XX secolo. Essa presenta due coppie di monumentali semicolonne, che coronano il portale d'ingresso, su cui poggia l’architrave. Il portone d’ingresso è sovrastato da un arco dove risalta il bassorilievo di un cherubino. Sopra l'architrave è posto
il timpano archivoltato spezzato dal campanile, dove si trova la statua della Madonna del Rosario. Ai lati del timpano poggiano due angeli in preghiera. L'interno della chiesa, ad unica navata, è in stile barocco settecentesco e presenta grandi colonne corinzie adornate da stucchi rappresentanti foglie d'acanto.

chiesa madre, settecentesca, con facciata e campanile di fine Ottocento, realizzati da Carlo Sada: conserva le immagini della Madonna dell’Elemosina, bizantina, e di San Zenone,
Si ritiene che la costruzione della chiesa risalga alla fine del Quattrocento, subito dopo la fondazione della città avvenuta nel 1488. La facciata venne invece ultimata solo alla fine dell'Ottocento.
La facciata, che affianca forme classiche e neobarocche, è uno degli esempi più rappresentativi dello stile eclettico siciliano. Di grande fascino è l'ottocentesco monumentale campanile, opera del milanese Carlo Sada, che con i suoi 50 m di altezza, è la più alta torre campanaria della provincia di Catania. L'interno della basilica, a croce latina, è suddiviso in tre navate ornate da stucchi dorati della fine del '700. Lungo le navate pendono i lampadari in vetro di Murano offerti come ex voto alla Madonna dell'Elemosina nella metà del XIX secolo.

La Chiesa di Santa Maria Annunziata a Biancavilla sorge nel quartiere storico più antico della città dopo quello della chiesa matrice. Fu edificata nei primi anni del Seicento, la facciata in stile barocco è stata realizzata nel 1907 quando, su disegno di Carlo Sada, fu addossato all'antica facciata l'attuale prospetto. L'interno, suddiviso in tre navate,

Palazzo Bruno, elegante edificio ottocentesco di via Vittorio Emanuele, casa natale del poeta Antonio Bruno.
Palazzo Portale-Cantarella, fine XIX - inizi XX secolo, piazza Roma. Sul retro del palazzo, si trova un orto botanico, creato a partire dal 1825 dal naturalista e cultore di antichità Salvatore Portal, da cui deriva il nome del quartiere Supra l’Ortu, sito a nord di piazza Roma.

Una colonia albanese che vi si insedio' verso il 1480 e prospero' fino ai nostri giorni, integrandosi perfettamente con le popolazioni limitrofe. Soltanto alcuni cognomi denunciano ormai la lontana origine balcanica.

Raffadali comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 420 m s.m., patrono Madonna degli Infermi seconda domenica di luglio.
Nella chiesa cinquecentesca della Madonna degli Infermi, fondata da Pietro Montaperto, si trova un sarcofago di età romana, proveniente dalle cavità sepolcrali scavate alla base del monte Grotticelle, su cui è raffigurato il Ratto di Proserpina. Il rilievo delle Vestali è un rilievo di età romana che presenta una classica raffigurazione di offerte compiute da vestali.
la Chiesa Madre, dedicata alla patrona Santa Oliva, il Castello dei Montaperto comunemente chiamato palazzo principe, Chiesa di San Giuseppe
Settecentesco palazzo dei Montaperto.

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