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Cultura e Società

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Se vi dicessi “mastino siciliano” cosa mi rispondereste?
quanti il cane di mannara, specie autoctona della Sicilia, è una delle razze più antiche.
Il cane di mannara, oggi detto anche mastino siciliano o pastore siciliano, è un'antichissima razza canina originaria della Sicilia, da sempre adibita alla guardia delle greggi e della masseria. Il suo nome deriva dal termine mànnara (mànnera, o mànnira), con il quale venivano indicati i tipici ricoveri in pietra entro i quali venivano fatti rientrare gli animali la notte.
Le dominazioni in Sicilia: dai Bizantini ai giorni nostri
La Sicilia Bizantina (535 d.C. – 963 d.C.) Nel 535 d.C. il generale Belisario, mandato da Giustiniano Imperatore d’Oriente, conquista l’isola che dal 555 d.C. passa definitivamente sotto il dominio Bizantino.
Il Regno di Sicilia ed il regalo delle terre ai feudatari, dalla concessione regia alla piena proprietà.
Il regno di Sicilia risale al sec. XII, costituitosi quando Ruggero II d'Altavilla, nel 1130, procedette alla fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia e Calabria, dando inizio così alla fase di dominazione della sua dinastia, conclusasi nel 1194.

Santa Lucia e la storia della cuccia

Categoria Cultura e Società Autore Data 14 Dic 2023
La Storia della cuccia, il dolce di Santa Lucia, il 13 dicembre cade la celebrazione di Santa Lucia, una festa che anticipa il Natale, in Sicilia.
I mille in Sicilia, l'obelisco di Gibilrossa, Misilmeri, la sagra del Kaki, il cammino dei mille
Nell’isola, nel 1860 si assiste allo sbarco dei Mille e a delle battaglie per cacciare l’esercito borbonico.
Nel territorio dell’isola ci sono monumenti che segnano i luoghi simbolo dell’epopea garibaldina, tra i quali l’obelisco-piramide realizzato da Giovan Battista Filippo Basile a Gibilrossa nel 1882, e l’Ossario per i caduti nella Battaglia di Calatafimi progettato e realizzato dal figlio Enresto Basile a partire dal 1885.
Gangi ed il minotauro raffigurato nello stemma del paese
Dedalo una volta giunto in Sicilia, stanco delle angherie del loro sovrano, decisero di restarvi. Si stabilirono quindi sul monte da cui sgorgava l’antico fiume Engio e fondarono la città di Engyon, dalla quale sarebbe sorto il borgo di Gangi, e a ricordo delle loro origini scelsero come simbolo della città un Minotauro che si ristora, pacifico e mite, presso una fonte. Quest'immagine è ancora oggi presente nello stemma della città.
Francavilla di Sicilia, comune nel messinese, perchè si chiama così, tra storie e leggende
Le protagoniste sono una bella fanciulla e la sua ancella. Scopriamo uno di quei racconti: la leggenda della bella Angelina, il cui nome è legato al borgo di Francavilla di Sicilia, ci troviamo in un comune della città metropolitana di Messina. Il nome del comune, sarebbe un omaggio a una storia d’amore.
Mons Albus Helikon o Montalbano Elicona ed il corallo rosso di Trapani
Mons Albus Helikon o Montalbano Elicona, un sito, coincidente con l'altura su cui sorge il borgo medievale ed un torrente vicino il cui andamento tortuoso giustifica l'appellativo, ci troviamo a Montalbano Elicóna comune della Città Metropolitana di Messina, 920 m s.m., patrono San Nicola di Bari 6 dicembre. Centro situato sul versante settentrionale dei monti Nebrodi.
La zecchinetta (o zecchinetto) è uno dei giochi d’azzardo più famosi nel regno delle due Sicilie
La zecchinetta (o zecchinetto) è uno dei giochi d’azzardo più famosi nel regno delle due Sicilie e, oggi, sopravvive ancora fra soprannomi di personaggi letterari, come nel caso di Sciascia, in Il giorno della civetta, dove "Zecchinetta" è il soprannome derivante dalla passione per l'omonimo gioco, un personaggio del libro, scritto nel 1960 e pubblicato nel 1961 da Einaudi.

Il dialogo tra il fabbro e Maria

Categoria Cultura e Società Autore Data 11 Nov 2023
Il dialogo tra il fabbro e Maria

Maria passa per una strada nuova la porta di un fabbro è aperta “O caro maestro, che fate a quest’ora?”“Faccio una lancia e tre chiodi pungenti”“O caro maestro non lo fate adesso,vi pagherò bene la paga del lavoro.
Il fabbo ferraio ed i coltellinai siciliani
L’attività agricola tra XVI e XX secolo. Burgisi e Massarioti
Per potere capire la situazione agricola tra Sedicesimo e Diciannovesimo secolo dicendo che essa era fondamentalmente basata sui latifondi di proprietà dei baroni o della Chiesa o dei comuni. Parallelamente riuscivano a esistere tenute più modeste di proprietà dei burgisi cioè dei contadini che avevano riscattato, o tenevano la proprietà in affitto, in veste di massarioti. Il massaro, si intendeva in età medievale il coltivatore di un manso, ovvero un piccolo lotto agricolo.
Natura senza Barriere: anche in Sicilia l’evento nazionale di escursionismo
Tanti i partecipanti all'evento che si è svolto lo scorso 26 giugno e che appartiene ad una iniziativa a carattere nazionale

Natura senza Barriere: anche in Sicilia l’evento nazionale di escursionismo Escursionismo e assoluto relax, totalmente immersi nella natura. Sono più di 60 i partecipanti all’evento nazionale Natura senza Barriere, che si è svolto lo scorso sabato anche in Sicilia, presso il Rifugio Salto del Cane.
Il codice penale, la mitologia del personaggio infame, essa ha origine storiche e non moderne
Il codice penale è sì espressione della volontà del sovrano, ma la volontà del sovrano ‘illuminato è condizionata a sua volta dai superiori principi del diritto naturale e conseguentemente i precetti penali non debbono essere pensati per un fruitore ‘cittadino’ ma bensì per i giuristi, veri ‘fruitori’ del codice.
Il codice era in realtà diretto sia ai cittadini che ai giudici, ma in particolar modo tenendo presente le esigenze dei giudici.
Rammentiamo che accanto alla giustizia del sovrano operava, poi, quella amministrata dai signori, laici ed ecclesiastici, i signori ecclesiastici nei loro benefici, tanto che essi risultano immuni dalla giurisdizione civile sia regia, sia signorile. e dalle città. Per quanto riguarda la giustizia signorile bisogna distinguere tra quella fondata sull’affermare il dritto connessa al dominio sulla terra, che i signori ricevevano per concessione del sovrano.

La filastrocca siciliana dei Morti

Categoria Cultura e Società Autore Data 16 Set 2023
Scopri la tradizione della Commemorazione dei Defunti in Sicilia attraverso la filastrocca siciliana dei Morti. Un viaggio tra riti, usanze e una buona dose di nostalgia che rende questa festa unica e speciale. Unisciti a noi per conoscere meglio questa tradizione affascinante.
Il cantastorie Franco Trincale, espresse le riforme che sin dal fascismo prevedevano l’inserimento del Mezzogiorno in una società pluralistica e la persistenza degli assetti latifondisti e delle mediazioni capitalistiche nelle forme cristallizzate della mafia.
Armato di chitarra ha raccontato e tradotto in musica le storie dell’ultimo mezzo secolo d’Italia. Dalle fabbriche alle piazze e da ogni luogo dove protagoniste sono le persone e le loro lotte. Mettendo il dito nell’occhio dei resoconti ufficiali e della stampa
Franco Trincale, “Una piazzetta, un cartellone, una chitarra ed una voce popolare/per raccontare storie di terre e di mare
Siamo nel 1800 in Sicilia nasce quella organizzazione che viene definita Mafia
Il rapporto del prefetto di Palermo Filippo Gualterio del 1865, il primo documento ufficiale in cui si usa il termine «mafia» per definire un’«associazione malandrinesca», indica il generale Corrao, vecchio cospiratore e braccio destro di Rosalino Pilo morto due anni prima, come un elemento di collegamento con la mafia stessa. Violenza rivoluzionaria, opposizione politica, società segrete, delinquenza comune, briganti e protettori: questi i concetti con i quali la prima definizione di ‘mafia’ è stata ‘cucita’ addosso alla Sicilia, e che hanno altresì giustificato la dura repressione lì attuata con i regimi speciali di pubblica sicurezza nei primissimi anni unitari.
Dalla comunità agricola a l'era industriale del 1950
Se non fosse mai esistito il concetto di “comunità agricola”, come avrebbe avuto vita il fenomeno dell’urbanesimo e con esso la concessione alla possibilità per le donne di uscire dal loro stato di inferiorità.
Lo spostamento così rapido di masse notevoli di persone nelle città, ha comportato questo fenomeno.
La “scoperta” del petrolio in Sicilia e l’indotto creatosi nella regione, con le aziende che nascono, ed uno sviluppo che cresce, che sviluppa nuove necessità, questo da la possibilità alle donne di avanzare le proprie richieste, si sono molto lontani gli echi delle rivolte extranazionali.
Nella scalata sociale, la donna prende piede, prende il largo.
Con lo sviluppo del centro urbano da agricolo-terziario a città industriale-terziaria.
Tra cantastorie, cuntastorie e pupari siciliani
Il cantastorie, cuntastorie e pupari, nella tradizionale figura, eta un intrattenitore ambulante, che si spostava di città in città e di piazza in piazza raccontando una favola, una storia, un fatto, con l’aiuto del canto e spesso di un cartellone in cui sono raffigurate le scene salienti del racconto. Si posizionavano nelle piazze dei paesi e cantavano o raccontavano le loro storie, antiche o attuali, vere o immaginarie, o composte per l’occorrenza.
Incursioni di pirati, miracoli di santi e vite esemplari di devoti, tra vittorie lacrime, sconfitte, molte sono state le storie oggetto di interesse di tanti cantastorie e poeti popolari siciliani Ogni occasione era buona per i cantastorie per comporre, adattare vecchi canti o cunti.
Fatture e controfatture, maghi e "cosi tinti": la magia popolare siciliana che affascina e fa paura e la Bendicaria e feste.
Un virtuale percorso tematico magico-religioso degli oggetti appartenenti alla famosa collezione di Giuseppe Pitrè, ci consente di sperimentare una simile operazione all’interno del museo etno-antropologico di Palazzolo. L’ispirazione nasce dal manifesto inaugurale della Casa Museo e rileggendo le parole di Antonino Uccello

Sicilia e Folklore i balli

Categoria Cultura e Società Autore Data 30 Ago 2023

Nel corso dei secoli, in Sicilia si sono succedute una moltitudine di civiltà, ognuna con una tipica manifestazione musicale. Risulta pertanto complicato rintracciare le origini della musica popolare siciliana. In generale, è possibile affermare che il canto popolare siciliano è nato dalla tradizione orale.
I canti venivano tramandati da villaggio a villaggio, da paese a paese e assumevano di volta in volta un aspetto differente, dando vita a numerose varianti. Gli strumenti più utilizzati sono il tamburello, il marranzano o scacciapensieri e lo zufulo simile a un flauto.
Alle figurazioni di danza tradizionale, che era formalizzata da un codice di gesti e movimenti radicati nell’esperienza di vita comunitaria, con valenze rituali, s’incominciano, a preferire i “balli d’arte”, espressioni di una emancipazione, illusoria, per uscire dalla condizione di marginalità.
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