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Il Pitone Messinese (o Pidone, come è spesso pronunciato localmente) non è solo uno street food: è un simbolo di Messina. Ma da dove deriva il suo nome singolare e perché è così specifico?
Il nome deriva dal siciliano "pidari", che significa "chiedere" o "pregare". Tuttavia, la vera origine legata al cibo è più specifica e affascinante.
Il Mistero del Nome: Ripieno o Richiesta?
Perché chiamare un calzone fritto "pidone"? Ci sono due ipotesi, ma una è di gran lunga la più solida:
Il nome deriva dal siciliano "pidari", che significa "chiedere" o "pregare". Tuttavia, la vera origine legata al cibo è più specifica e affascinante.
Il Mistero del Nome: Ripieno o Richiesta?
Perché chiamare un calzone fritto "pidone"? Ci sono due ipotesi, ma una è di gran lunga la più solida:

Il Consumo di Carne di Cavallo in Sicilia: Storia, Tradizione e l'Influenza Arabo-Normanna
Il consumo di carne equina in Sicilia ha origini antiche, legate a fattori culturali, economici e ambientali. Si tratta di una tradizione profondamente radicata in alcune aree dell’isola, soprattutto nella Sicilia orientale (Catania, Siracusa), che ha conosciuto interessanti evoluzioni nel corso del tempo, anche in relazione alle diverse dominazioni, come quella araba e normanna.
Il consumo di carne equina in Sicilia ha origini antiche, legate a fattori culturali, economici e ambientali. Si tratta di una tradizione profondamente radicata in alcune aree dell’isola, soprattutto nella Sicilia orientale (Catania, Siracusa), che ha conosciuto interessanti evoluzioni nel corso del tempo, anche in relazione alle diverse dominazioni, come quella araba e normanna.

Il terremoto di Messina del 1783 e la nascita delle baracche antisismiche
Nel febbraio del 1783, una delle più terribili sequenze sismiche della storia italiana colpì il Mezzogiorno, con una serie di scosse devastanti tra la Calabria meridionale e la Sicilia nord-orientale. Il sisma ebbe effetti catastrofici: interi paesi vennero rasi al suolo, migliaia di persone persero la vita, e la città di Messina fu tra le più colpite in assoluto.
Nel febbraio del 1783, una delle più terribili sequenze sismiche della storia italiana colpì il Mezzogiorno, con una serie di scosse devastanti tra la Calabria meridionale e la Sicilia nord-orientale. Il sisma ebbe effetti catastrofici: interi paesi vennero rasi al suolo, migliaia di persone persero la vita, e la città di Messina fu tra le più colpite in assoluto.

la 1 edizione di 𝐒𝐚𝐩𝐨𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐒𝐞𝐥𝐥𝐚, 𝐅𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐥 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐄𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞, 𝟐𝟎 𝐞 𝟐𝟏 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞: due giornate dedicate alla Sicilia più autentica, tra spettacoli equestri, show cooking, degustazioni
Nel 1770, la Sicilia era un'isola di contrasti, governata dai Borbone ma con un'identità forte e radicata. In questo scenario, chiese e monasteri non erano solo luoghi di culto, ma veri e propri centri di potere, protezione e vita sociale. Un aspetto cruciale di questa influenza era l'asilo religioso, un diritto millenario che offriva rifugio a chi fuggiva dalla giustizia secolare.
Zafferana Etnea è conosciuta come la "Città del Miele" per la sua secolare tradizione apistica e per l'eccellenza dei suoi mieli, prodotti grazie alla ricca flora che prospera sul territorio vulcanico. La città sorge alle pendici dell'Etna, il cui nome locale è "Mongibello", ed è una delle principali porte d'accesso al Parco dell'Etna.
Immunità del luogo sacro: Le chiese, i monasteri, i conventi e persino i cimiteri annessi erano considerati luoghi sacri. Questo status conferiva loro un'immunità locale o territoriale, che li rendeva inviolabili. Le forze dell'ordine e le autorità civili non potevano entrare in questi spazi con la forza per arrestare una persona senza il permesso dell'autorità ecclesiastica.
Nell'immaginario, lo ius primae noctis cioè il presunto diritto del signore feudale di trascorrere la prima notte con la sposa di un suo suddito, è diventato un simbolo potente dell'oppressione e dell'arbitrio. Era davvero diffusa nella Sicilia dell'epoca? La storia, in realtà, ci racconta un'altra storia.
Il 13 settembre 1610, Filippo III di Spagna, sovrano del Regno di Sicilia, trasformò un antico privilegio in una vera e propria strategia economica. La Licentia Populandi, il diritto di fondare un nuovo centro abitato, non era più solo un premio per i nobili, ma divenne uno strumento per ridisegnare la geografia e il futuro dell'isola.
Dal privilegio al potere baronale
Dal privilegio al potere baronale
Il contesto storico
Fino alla prima metà del XIX secolo, molti corsi d'acqua siciliani venivano considerati di proprietà privata dei baroni: questi li controllavano come parte dei loro feudi, anche se spesso non erano navigabili e la loro natura generava controversie con lo Stato centrale.
La giurisprudenza e la legislazione del Regno di Sicilia, e successivamente del Regno delle Due Sicilie, non riconoscevano la proprietà privata dei corsi d'acqua principali, che erano considerati beni demaniali, ovvero di proprietà dello Stato.
Fino alla prima metà del XIX secolo, molti corsi d'acqua siciliani venivano considerati di proprietà privata dei baroni: questi li controllavano come parte dei loro feudi, anche se spesso non erano navigabili e la loro natura generava controversie con lo Stato centrale.
La giurisprudenza e la legislazione del Regno di Sicilia, e successivamente del Regno delle Due Sicilie, non riconoscevano la proprietà privata dei corsi d'acqua principali, che erano considerati beni demaniali, ovvero di proprietà dello Stato.
La vita contadina in Sicilia nel Settecento era caratterizzata da una lotta costante contro la povertà. L'agricoltura era arretrata e dipendeva fortemente dalle condizioni climatiche, rendendo la sopravvivenza precaria. La grave carestia del 1763-1764, causata da una siccità prolungata, fu un esempio drammatico di questa fragilità, portando migliaia di persone alla morte per fame nonostante si contasse sulle scorte e sui rifornimenti esterni.
Villa Zagaria: Un Centro di Storia, Natura e Biodiversità
Situata su una collina panoramica che domina il lago di Pergusa, Villa Zagaria è un luogo affascinante che fonde storia, architettura e un importante ruolo nella conservazione della biodiversità. Originariamente una casa di caccia del 1700, la villa è oggi un punto di riferimento per la natura e l'educazione ambientale, parte integrante della Riserva naturale del Lago di Pergusa.
Situata su una collina panoramica che domina il lago di Pergusa, Villa Zagaria è un luogo affascinante che fonde storia, architettura e un importante ruolo nella conservazione della biodiversità. Originariamente una casa di caccia del 1700, la villa è oggi un punto di riferimento per la natura e l'educazione ambientale, parte integrante della Riserva naturale del Lago di Pergusa.
Un feudo era una porzione di territorio concessa dal re a un nobile o a un’istituzione religiosa (vescovi, monasteri), che in cambio offriva fedeltà, servizi militari o economici.
Nel XVIII secolo, la Sicilia era ancora fortemente segnata dal sistema feudale, anche se sottoposta a profonde trasformazioni sociali. Le famiglie nobili mantenevano un potere economico e politico notevole, grazie al possesso di vasti feudi e alla partecipazione alle istituzioni parlamentari del Regno di Sicilia.
La Sicilia è un'isola ricca di storia, e le sue case famose ne sono la testimonianza vivente. Dalle grandiose ville nobiliari ai tradizionali dammusi, queste residenze non sono solo edifici, ma veri e propri musei a cielo aperto, custodi di storie, arte e architettura. Molte di esse sono aperte al pubblico per visite o eventi, offrendo un'opportunità unica per immergersi nel passato dell'isola.
Viaggio in Italia (2005–2025) Gonzalo Orquín
dal 3 settembre 2025 a Palazzo Sant’Elia
Apre al pubblico mercoledì 3 settembre 2025 a Palazzo Sant’Elia la mostra “Viaggio in Italia (2005–2025)” di Gonzalo Orquín, esito del progetto di residenza che l’artista spagnolo ha recentemente svolto negli spazi della Fondazione Sant’Elia.
dal 3 settembre 2025 a Palazzo Sant’Elia
Apre al pubblico mercoledì 3 settembre 2025 a Palazzo Sant’Elia la mostra “Viaggio in Italia (2005–2025)” di Gonzalo Orquín, esito del progetto di residenza che l’artista spagnolo ha recentemente svolto negli spazi della Fondazione Sant’Elia.
La rievocazione medievale e francescana “Vivere in Assisi” è molto più di una semplice rievocazione storica, è un’esperienza dello spirito e dell’anima. Giunta alla sua XIII edizione, questa straordinaria manifestazione – ideata e organizzata dal Centro Studi Francescani e Medievali – si svolge a Gangi (PA).
Incantevole borgo incastonato tra le vette delle Madonie, e si presenta come uno degli eventi francescani e medievali più suggestivi di tutta la Sicilia. Date: 25-26-27-28 SETTEMBRE 2025
Incantevole borgo incastonato tra le vette delle Madonie, e si presenta come uno degli eventi francescani e medievali più suggestivi di tutta la Sicilia. Date: 25-26-27-28 SETTEMBRE 2025
UCCIO DE SANTIS A MINEO
Date di inizio e fine evento e orari di apertura: 28 Agosto 2025, ore 21:00
dati di contatto da pubblicare: telefono, email e/o sito web: https://fb.me/e/35fNodtQx
Date di inizio e fine evento e orari di apertura: 28 Agosto 2025, ore 21:00
dati di contatto da pubblicare: telefono, email e/o sito web: https://fb.me/e/35fNodtQx
Una Preghiera colorata per la Pace a Maria SS. dell’Aiuto "... che sia pace disarmata e disarmante, umile e perseverante" – Papa Leone XIV
19–21 settembre 2025 Via Fratelli Testa – Nicosia
L’arte effimera torna a parlare di pace. Dal 19 al 21 settembre 2025, Nicosia ospita la nona edizione del Concorso Internazionale Madonnari di Sicilia, un evento unico nel panorama dell’arte di strada, che richiama artisti da ogni angolo del mondo e migliaia di visitatori
19–21 settembre 2025 Via Fratelli Testa – Nicosia
L’arte effimera torna a parlare di pace. Dal 19 al 21 settembre 2025, Nicosia ospita la nona edizione del Concorso Internazionale Madonnari di Sicilia, un evento unico nel panorama dell’arte di strada, che richiama artisti da ogni angolo del mondo e migliaia di visitatori
Comunicato Stampa
Venerdì 22 Agosto alle ore 19.00, abbiamo il piacere di presentare presso l’A/telier il libro, “L’ultimo respiro di Gaza” di Naim Abu Saif, giovane giornalista di Gaza. Introduzione di Giovanni Carbone in dialogo con la scrittrice Maria Grazia Patania.
La storia che racconta nel libro L'ultimo respiro di Gaza, edito da Another Coffee Stories, rispecchia l’angoscia di innumerevoli famiglie gazesi
Venerdì 22 Agosto alle ore 19.00, abbiamo il piacere di presentare presso l’A/telier il libro, “L’ultimo respiro di Gaza” di Naim Abu Saif, giovane giornalista di Gaza. Introduzione di Giovanni Carbone in dialogo con la scrittrice Maria Grazia Patania.
La storia che racconta nel libro L'ultimo respiro di Gaza, edito da Another Coffee Stories, rispecchia l’angoscia di innumerevoli famiglie gazesi